«Le confessioni» di Roberto Andò: la sfida tra l’anima e il denaro. Il potere finanziario e un monaco

«Perché tutta questa fretta di confessarsi?». «Sono abituato a non perdere tempo».

Nel film “Le confessioni” di Roberto Andò, il contrasto tra il materialismo più spinto e la spiritualità più alta, tra Bene e Male, è tutto racchiuso in questa frase che divide due individui che hanno una concezione diametralmente opposta dell’esistenza.

«Parla del tempo come se lo potesse dominare. Ma in realtà il tempo non esiste, qualcuno ha detto che il tempo è la variabile dell’anima». Presso il Grand Hotel Heilingendamm, esclusivo albergo tedesco situato sulle rive del Mar Baltico, sta per svolgersi in gran segreto un G8 nel quale i ministri dell’Economia dei più potenti stati del Pianeta intendono architettare una spietata manovra che avrà pesanti conseguenze sui Paesi più poveri. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Daniel Roché (un magnifico ed ermetico Daniel Auteil), ha invitato al Summit tre ospiti estranei al mondo dell’economia: una scrittrice di best seller per l’infanzia Claire Seth (Connie Nielsen), paladina della lotta al debito, una rock star (Johan Heldenberg) che si occupa di alcune Ong e Roberto Salus (Toni Servillo) un monaco sapiente, scrittore, intellettuale, ex matematico che ha il compito di confessare Roché. «È una vita che non mi concedo il tempo di chiacchierare con qualcuno. Il mio tempo è dedicato esclusivamente al Fondo Monetario». Le carte in tavola vengono sparigliate quando il direttore del Fmi viene trovato morto soffocato da un sacchetto di plastica. Il tragico evento, (omicidio o suicidio?), lascia i ministri economici americano, canadese (Marie-Josée Croze), tedesco, inglese, francese, giapponese, russo, italiano (Pierfrancesco Favino) in una difficile empasse. Lo stesso Salus, rigoroso saio color crema, in quanto appartenente al più severo ordine monastico, quello dei certosini, ha fatto voto del silenzio professando assoluta povertà nel comportamento (vedi la valigetta nera che contiene i suoi pochi averi) e nel modo di porsi, viene accusato della morte di Roché. Non solo, il monaco viene considerato pericoloso dai Potenti della Terra, perché depositario della confessione del direttore del Fmi (la terribile manovra che stanno per varare), giacché il Potere ha confessato i suoi segreti.

«Ho deciso di far accadere una cosa che non esiste», «Quale?», «È un segreto…».

In questo giallo metafisico/filosofico/economico/morale, Andò ha immaginato una sfida tra il potere più impenetrabile che vi sia, quello finanziario e un monaco, come sfondo un luogo inaccessibile dove veramente nel 2007 si tenne un G8 infuocato da scontri e contestazioni violente. «Ho voluto ambientare la storia in un paesaggio che facesse risuonare il peso delle decisioni che vi vengono prese, decisioni che toccano aspetti essenziali della vita e dei popoli» ha dichiarato il regista siciliano nato a Palermo nel 1959, che ha notato che l’economia attuale si configura sempre più come una teologia che come una scienza. «Avevo voglia di fare una cosa che appassionasse gli spettatori a grandi temi, ho girato un giallo anomalo, dove s’incontrano due eventi assolutamente difficili da immaginare, l’anima e il denaro, quindi il segreto è visto come forma del potere e come grande respiro della coscienza individuale. Il tema principale del film è la pietà, per far questo serviva un personaggio singolare come può esserlo un monaco che si trova al centro del Potere come un visitatore», ha chiarito il regista. Nel precedente film di Andò “Viva la libertà” (2013), protagonista sempre Toni Servillo, appariva il sogno di una politica possibile, qui invece un uomo inafferrabile, munito di un miniregistratore con il quale cattura il cinguettio degli uccelli, instilla il seme del dubbio tra i ministri leader dell’economia mondiale, i quali, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano a vacillare.

Straordinaria la gara di bravura Auteuil-Servillo, sicuramente due dei maggiori attori contemporanei ora in circolazione, se il segreto di Roché è legato agli interessi, il segreto di Salus è legato alla coscienza, «due segreti che sono e che devono restare inviolabili», ha commentato Servillo. Mentre scorrono le raffinate ed essenziali immagini della pellicola con un cast internazionale, impreziosite dalla colonna sonora di Nicola Piovani, che viene distribuita in due versioni, una doppiata in italiano, l’altra originale sottotitolata, il pensiero va all’invito/monito di Papa Francesco a non cedere “all’economia dell’esclusione e dell’iniquità”, perché “questa uccide”, contenuto nell’Esortazione “Evangelii Gaudium”.