Arriva il Festival della cultura “Fare la pace”. “Muri che si alzano, confini che si dissolvono”. Si comincia il 5 maggio

Il Festival della cultura “Fare la pace” di Bergamo sta per arrivare, quest’anno in veste più snella (durerà dal 5 al 15 maggio) e con più stile.

Il titolo della kermesse “Muri che si alzano, confini che si dissolvono” centra come sempre il bersaglio sulle questioni calde dell’attualità. Viviamo in società complesse soggette a dinamiche vorticose che trasformano la vita sociale e civile ma che spesso sono di difficile decifrazione. Ci siamo abituati a pensare a livello globale i fenomeni sociali che ci riguardano da vicino ma quante volte ci siamo arresi, nel cercare di comprendere un mondo che va avanti grazie a delle logiche che sentiamo sopra di noi, al di là di noi? Questa è la sfida sempre verde del Festival: non fare dell’inquietudine un metro di giudizio e di reazione rispetto a ciò che ci circonda ed offrire percorsi di conoscenza e di discernimento che ci permettano una convivenza più serena e pacifica. L’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti: “Non possiamo pensare che qualcun altro possa risolvere certe questioni per noi. Capire è un dovere, meno si comprende e più si è inquieti.” Giuliano Zanchi, direttore del comitato scientifico: “la pace è una di quelle utopie irrealizzabili che sono anche una necessità.”

Tra le novità di quest’anno c’è l’ampliamento dell’iniziativa di Piano City, prorogata l’anno scorso grazie all’ampio successo riscontrato e che quest’anno aggiungerà 3 pianoforti: uno all’ospedale Papa Giovanni XXIII, uno all’aeroporto di Orio al Serio e uno ad Oriocenter. Il Direttore del Conservatorio di Bergamo Emanuele Beschi sottolinea che è stata tra le proposte più sentite dagli allievi, che hanno compilato un questionario di valutazione e quest’anno parteciperanno ancora con laboratori per bambini e concerti. Roberta Caldara: “Il Festival collaborerà quest’anno anche con Bergamo Scienza, inserendo un incontro organizzato dallo stesso con il filosofo evoluzionista Telmo Pievani sulla migrazione come fattore evolutivo, e ad ottobre si inserirà con una propria proposta in Bergamo Scienza”. Significativo anche il legame con le scuole, è di quest’anno l’idea di promuovere il Festival negli istituti superiori attraverso appuntamenti con studenti e insegnanti: Davide Cavalleri e Giulia Achler del Comitato Giovani hanno incontrato i ragazzi dei licei Artistico di Bergamo, Sant’Alessandro e Amaldi. Inoltre, grazie alla collaborazione con UBIBanca le produzioni editoriali di due lectio magistralis della scorsa edizione (Enrico Letta e Wolfgang Streeck) saranno distribuite nelle scuole. Giulio Brotti: “c’è come una riluttanza a pensare, una sorta di misologia nel nostro tempo, anche da parte dei giovani, a causa della credenza che il corso degli eventi non si riesca a cambiarlo o a inciderlo. La cultura deve essere vitale, lo sforzo di interpretazione può diventare la nostra profilassi contro le reazioni di pancia.” Su questa linea sembra proprio inserirsi la nuova collaborazione con la casa editrice “Il Mulino”, di cui Antonella Sambri ricorda l’impegno di 62 anni nel fare una cultura viva e appassionata, capace di prendersi carico di un impegno civile e politico all’interno della società e di promuovere un’ottica di criticità.

E sarà proprio il Mulino a collaborare nella ricca giornata del 14 maggio, in cui il docente di Sociologia dell’Università di Bergamo Marco Marzano intervisterà tre sociologi di spessore internazionale: Colin Crouch, teorico britannico della post-democrazia, Saskia Sassen, economista statunitense che si concentrerà sui temi della marginalità e dell’esclusione nell’era dell’economia globale e Richard Sennett, sociologo statunitense che si è occupato della teoria della socialità e del lavoro e che tratterà della tenuta dei legami sociali nell’età dell’individualismo.

Le regole della finanza sembrano in questi anni giocare un ruolo importante nel determinare sia le scelte politiche dei vari governi che la percezione di impotenza dei cittadini globali. L’incontro con Gaël Giraud “La grande scommessa” il 10 maggio con l’economista convertitosi a gesuita, cercherà proprio di far luce sulla scarsità di regole nella finanza che ha portato alla crisi economica e proporrà una nuova struttura più etica. Nando Pagnoncelli, presidente IPSOS: “l’incalzare degli eventi sta sollecitando molto i cittadini. Si muovono su paure e angoscia ma c’è anche una domanda di capire di più.” I fenomeni che hanno colpito di più sono il fatto che esista una rotta balcanica e che i migranti fuggono dalla guerra, sono perciò ‘profughi’. Inoltre c’è la volontà di comprendere gli attentati terroristici, tutti temi difficili da affrontare col senso comune. Incontro interessante sarà “Il marketing del terrore” tenuto il 12 maggio da Paolo Magri e Monica Maggioni, in cui il terrorismo dell’ISIS sarà ricondotto a un conflitto interno al mondo islamico, di cui noi siamo un effetto collaterale.
Non mancate dunque alla cerimonia di inaugurazione il 5 maggio alle 20.45 al Centro Congressi Giovanni XXIII con Robert Herlitzka che leggerà dei passi tratti da “I grandi cimiteri sotto la luna” di Georges Bernandos fra le note del concerto per 4 pianoforti di Bach in La minore organizzato dal Conservatorio di Bergamo, una sarabanda per riflettere sulle atrocità del regime franchista e l’imbecillità dell’uomo moderno, viatico profondo e intenso per i vari appuntamenti del Festival.