Sono passate due settimane da quando Papa Francesco, al Giubileo dei Giovani, è sceso tra i ragazzi per le confessioni: un gesto forte. Lo dicono fra l’altro le testimonianze dei ragazzi che l’hanno incontrato, che continuano a circolare in rete in questi giorni. Ci sembra quindi importante raccogliere e rilanciare anche a distanza di un po’ di tempo la riflessione a tema di don Gianni Gualini, parroco di Lurano, preziosa anche perché sono tanti anche nella nostra diocesi i ragazzi che si accostano per la prima volta alla Confessione. Un invito a guardare questo sacramento con occhi nuovi.
Il gesto di papa Francesco di scendere in piazza s. Pietro per confessare i ragazzi radunati per il Giubileo mi ha colpito molto. E questo non tanto per il fatto di aver fatto qualcosa di insolito, più unico che raro, per un papa, quanto per la portata simbolico-educativa del gesto stesso. A me, sacerdote in cura d’anime, l’immagine di un papa seduto in mezzo ai ragazzi per confessarli rincuora molto. Dice in sostanza due cose.
La prima: il pastore cammina con le sue pecore.
Si mette in mezzo a loro per accompagnarle nel cammino di fede.
E lo fa anzitutto da fratello maggiore che si prende cura della fede dell’altro fratello nella sua singolarità e specificità.
Lo compie con naturalezza, nel dialogo, perché attraverso la celebrazione del sacramento della Riconciliazione ci sia anche la cura e la trasmissione della fede alle nuove generazioni.
La seconda: il sacramento della Penitenza è una grande opportunità per la formazione della coscienza.
Ed è quindi molto importante proporlo, con una certa frequenza, ai giovani, a partire dagli anni della fanciullezza.
Alcune persone mi dicono che magari negli anni delle elementari non è bene insistere troppo perché tanto “cosa vuole che facciano di male questi ragazzi?”, ma dall’altra ritengo che la formazione della coscienza, attorno alla consapevolezza del senso del peccato, avviene proprio in questo momento delicato e prezioso dell’età evolutiva.
In questi anni di formazione infatti sorgono pure i grandi progetti, i desideri di realizzarli, l’intuizione e il cammino personale di appropriazione di quei valori di fondo che appartengono alla crescita umana di una persona.
Certamente la celebrazione del sacramento del Perdono dei peccati è dono di Dio e primariamente esperienza di Grazia. Infatti, con la sua forza, quando arriva nel cuore di un giovane aperto e disponibile è capace di fare grandi cose.
La grazia di Dio, il dono della fede non toglie nulla all’uomo e alla sua umanità ma la porta verso una piena crescita.
Come parroco allora continuo a preparare alla confessione i bambini e i ragazzi della mia comunità perché credo al beneficio di questo sacramento, perché è un ministero che mi è stato affidato, perché l’incontro con il Signore è capace di operare la conversione del cuore ma anche perché chi nella Chiesa svolge il grande servizio di confermarci nella fede è di esempio ed incoraggiamento.
Anche per questo grazie papa Francesco.