Bergamo, disoccupazione in (lieve) calo. Ma il 30 per cento dei giovani è senza lavoro

A Bergamo cala il tasso di disoccupazione generale (5,8 per cento nel 2015, mentre nel 2014 era al  7,4), ma continua ad aumentare la disoccupazione giovanile, passata dal 29,4 al 30,6 nella fascia dai 15 ai 24 anni. Questi gli ultimi dati disponibili, relativi alla nostra provincia e certificati dall’Istat, che mostrano una situazione tuttora difficile per diverse fasce di lavoratori. “I dati complessivi vedono a Bergamo un’inversione di tendenza positiva, ma non dobbiamo mai dimenticare che nel calo della disoccupazione esistono diverse criticità: in primis la disoccupazione giovanile, che presenta anche nella nostra provincia dati ancora molto elevati, superiori al 30% – ha sottolineato Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl di Bergamo – in secondo luogo le tante situazioni di chi ha perso il lavoro in età avanzata e che incontra grandi difficoltà a rientrare nel mercato”. Ai cancelli di tanti luoghi di lavoro, in città e in provincia, si vedono sempre più spesso le bandiere dei sindacati: un segno dei tempi? “Sicuramente ci sono diverse difficoltà dettate da crisi aziendali, come nel caso dell’Italcementi, oppure innescate dalla difficoltà in tanti settori di rinnovare i contratti, sia nel pubblico ma anche nella sanità privata – ha aggiunto lo stesso Piccinini – detto questo, la ripresa c’è anche se riguarda la parte più innovativa dell’economia bergamasca e in parte il terziario, mentre l’edilizia continua a risentire pesantemente degli effetti della crisi. Il tema vero riguarda dunque il fatto di riattivare le figure rimaste a casa in questi anni e di dare opportunità concrete ai giovani: per quest’ultimi l’orientamento e l’alternanza scuola-lavoro diventano fondamentali”. A fotografare l’attuale situazione dal punto di vista occupazionale sono anche i dati sugli avviamenti (ossia le nuove assunzioni) e le cessazioni (per pensionamento, licenziamento o scadenza del contratto). Secondo i dati raccolti dall’Ufficio Studi della Cgil di Bergamo, le comunicazioni di avviamento in provincia di Bergamo nell’intero anno 2015 sono state complessivamente 142.261 (+15,3% rispetto alle 123.330 del 2014) a fronte di 141.747 comunicazioni di cessazione (+9,7% in confronto alle 129.941 del 2014). Il saldo globale tra contratti e comunicazioni di avviamento e di cessazione nel 2015 è leggermente positivo (+514), dopo tre anni consecutivi di saldi marcatamente negativi: un cambiamento influenzato dalle novità normative del 2015, in particolare la decontribuzione su assunzione o trasformazione in contratto a tempo indeterminato (Legge di stabilità del 23/12/2014) e la regolazione “a tutele crescenti” dei nuovi contratti a tempo indeterminato (Jobs Act). Per la prima volta dopo tre anni gli avviamenti a tempo indeterminato hanno dunque superato, seppur di poco, le corrispondenti cessazioni (38.239, +7,5% sul 2014). “Non si può però parlare di vero e proprio saldo attivo, dato che i nuovi avviamenti sono solo 300-400 in più rispetto alle cessazioni- ha sottolineato Orazio Amboni, dell’Ufficio Studi della Cgil di Bergamo- nella nostra provincia i settori che hanno risentito di più della crisi sono stati l’edilizia (in cui si è perso un posto di lavoro su tre) con conseguenze pesanti nelle Valli e nella Bassa Bergamasca e l’industria, anche se la caduta si è arrestata”.  La modalità d’avviamento più ricorrente resta dunque quella a tempo determinato con 52.743 comunicazioni (+5,8% sulle 49.838 del 2014) e aumentano in misura considerevole anche le comunicazioni di tirocinio (4.491, +31% sul 2014) e i contratti di somministrazione (27.188, +16,5%). Si riducono invece gli avviamenti al lavoro parasubordinato (4.852, -27,6% sul 2014), i contratti di apprendistato (3.381, -17,5%), gli avviamenti al lavoro domestico (3.855, -6,3%) e al lavoro intermittente (3.766, -9,2%). L’andamento delle comunicazioni nelle diverse aree della provincia di Bergamo può essere esemplificato dai saldi tra avviamento e cessazioni totali, positivi nelle zone dei Centri per l’Impiego di Ponte San Pietro (+689), Treviglio (+544), Albino (+231), Grumello del Monte (+158) e Lovere (+45); negativi nelle zone di Romano di Lombardia (-540), Clusone (-234), Zogno (-230), Trescore Balneario (-108) e, marginalmente, nell’area urbana e periurbana di Bergamo (-40).