Laboratorio di restauro alla Biblioteca Mai: i testi storici hanno sei nuovi custodi

La manualità, i libri e il desiderio di offrire il proprio contributo alla comunità. Come si possono abbinare queste aspirazioni a oggetti concreti? E’ presto detto: nel nuovo laboratorio di restauro allestito all’interno della Biblioteca Civica Angelo Mai da circa un mese lavorano sei ragazzi disabili, che si occupano, per due pomeriggi a settimana (nelle giornate di martedì e giovedì) della conservazione di testi storici di epoca moderna. Un progetto, nato dalla collaborazione tra gli assessorati alla Cultura e alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo e che vede coinvolte la Biblioteca Mai, il Servizio in favore dei disabili ed il Consorzio Solco Città Aperta, che sta già dando grandi soddisfazioni non solo ai promotori del progetto, ma anche agli stessi ragazzi che trovano bello e stimolante poter lavorare nella biblioteca più importante della città. Dopo i necessari interventi di ristrutturazione e la messa a norma, i locali al terzo piano di Palazzo Nuovo, un tempo adibiti ad abitazione del custode della Biblioteca, sono stati infatti allestiti a laboratorio grazie al generoso contributo del Club Amitiè sans frontieres Bergamo e dell’Associazione Amici della Biblioteca Civica Angelo Mai, che hanno provveduto all’acquisto dell’arredo tecnico e delle idonee attrezzature da utilizzare nel laboratorio per le diverse attività previste. Lo spazio è intitolato alla memoria di Angelo Borella, cittadino di Bergamo con sindrome di down che per 25 anni ha svolto un progetto occupazionale presso la biblioteca civica, dando un contributo di lavoro importante per l’Istituto e offrendo un esempio virtuoso di integrazione umana e sociale. L’intento del progetto è dunque quello di promuovere una cultura civica che incoraggia le persone diversamente abili ad assumere ruoli attivi e responsabili all’interno della comunità: accanto alla figura educativa nel laboratorio è presente anche un restauratore esperto, che ha il compito di trasmettere l’arte della manutenzione dei volumi e le operazioni specifiche ad essa connesse, che i destinatari del laboratorio apprendono attraverso un percorso che valorizza e sviluppa le competenze manuali. I ragazzi si occupano dunque della spolveratura (realizzata con pennelli morbidi e aspiratori idonei), della pulitura con speciali gomme e di altre piccole azioni manutentive. “I ragazzi sono interessati e, devo dire, anche molto bravi- ha spiegato Elisabetta Manca, direttrice della Biblioteca Angelo Mai- il lavoro che svolgono è prezioso sotto diversi punti di vista: educativo, sociale e anche funzionale alla vita della stessa biblioteca. Nel nostro piccolo stiamo cercando di replicare a Bergamo il progetto varato dal Comune di Milano, che sin dal 1978 ha istituito in piazza Castello un centro del restauro dei libri delle biblioteche milanesi coordinato da restauratori professionisti e in cui lavoravano anche ragazzi disabili”.