Quale Patria? In margine al 2 giugno, festa della Repubblica

Foto: Roma, Altare della Patria durante una manifestazione ufficiale

LA DATA DI NASCITA DELLA PATRIA ITALIANA

È mia convinzione che, parlando di Patria, c’è spazio anche per una riflessione religiosa.
Prendiamo l’Italia. Nel sec. XIX si parla di Risorgimento dell’Italia, che è come dire che l’Italia è risorta da morte. Nell’Inno di Mameli si canta che “l’Italia s’è desta”, cioè s’è svegliata dal sonno. Ci si può chiedere perciò: nel 1861 l’Italia è risorta? S’è svegliata? È rinata? o è semplicemente nata?
Evidentemente c’era già da molto prima, ma solo nel 1861 è diventata una sola realtà statuale. Ciò però non è avvenuto in modo indolore, per la semplice ragione che non si son rispettate tutte le realtà che già da secoli facevano dell’Italia qualcosa di vivo e di unito: la religione, ad esempio, e poi la variegata bellezza delle realtà regionali. Forse per cogliere al volo l’occasione storica che si presentava s’è fatto in fretta e come si è potuto. Sta di fatto che poi ci son voluti decenni per risolvere la tensione tra il nuovo stato e la religione che da sempre era tra i collanti più forti dei popoli dello Stivale. E c’è voluto più d’un secolo per ritrovare la strada di quel federalismo, che molti spiriti illuminati del Risorgimento (anche cattolici, vedi Rosmini) avevano proposto ben prima del 1861.

STORIA NON ANCORA DEL TUTTO METABOLIZZATA

La tormentata genesi dell’Italia come stato unitario – va detto – non è ancora stata del tutto metabolizzata. Infatti la posizione della Chiesa cattolica (che, lo ripeto, da duemila anni è senza dubbio una delle componenti più caratterizzanti della nostra società), è ancora un problema. Dopo l’abolizione dello Stato Pontificio, Crispi diceva: “Neanche un metro quadro di terreno al Papa per garantirgli l’esercizio libero e sovrano del suo ministero universale”. Ma ancora oggi molti continuano ad esigere una drastica riduzione del peso morale e culturale della Chiesa nel nostro paese.

Così pure la variegata pluralità regionale è vista ancora in tensione con l’unità della Patria, per cui gli “unitari” resistono al federalismo e i “federalisti” non nascondo tendenze separatiste.

QUALE PATRIA?

Ma, parlando di Patria, s’impone una domanda: quale Patria? Non è una domanda da poco. Quando i militari o i politici o i funzionari fanno il giuramento di fedeltà alla Patria, per chi, per che cosa giurano? Per lo Stato? Per il territorio? Per il popolo abitante nel territorio?

Penso alla città di Clusone dove abito. Fino alla fine del ‘700, per oltre quattrocento anni, Clusone ha fatto parte della Repubblica di Venezia; poi, caduta la Serenissima, sono arrivati “i Francesi”, prima con la Repubblica Cisalpina e poi con il Regno Italico. (Il giovane Luigi Bana, un boscaiolo di Ardesio, fedele alla ex-patria veneziana, osò abbattere “l’albero della libertà” innalzato dai Francesi in piazza dell’Orologio, e il 5 agosto 1797 finì fucilato come traditore sulla stessa piazza).
Poi per qualche decennio Clusone s’è trovata nell’Impero austro-ungarico. Quindi nel 1861 è entrata a far parte del Regno d’Italia. Tra il 1943 e il ’45, qualcuno anche di Clusone è morto facendo resistenza all’assurda Repubblica Sociale. Infine, dal 1946 eccoci nella Repubblica Italiana.
È giusto perciò domandarsi che cosa s’intende per Patria.
Probabilmente ci vogliono tutte e tre le componenti di cui parlavo: il territorio, il popolo che ci abita con la sua cultura, e lo Stato, possibilmente legittimo. Per tutte e tre insieme queste realtà si può sentire amore (l’amor di Patria), si possono fare dei sacrifici e si può perfino morire.

LA PATRIA PER IL CRISTIANO

Per i cristiani l’amor di Patria è un aspetto dell’amore del prossimo. Ma un cristiano va anche oltre. Secondo un antico documento del sec. II, la Lettera a Diogneto, “i cristiani vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è terra straniera”. In altre parole, per noi l’unico assoluto è Dio e l’unico Signore è Gesù Cristo, quindi nostri fratelli non sono solo i nostri connazionali, ma tutti gli uomini, e nostra Patria non è solo il nostro piccolo orto, ma tutto il mondo; anzi, la nostra vera Patria è ancora oltre. È il Regno di Dio, dove col suo amore e la sua verità Dio sarà tutto in tutti. Ma ne abbiamo di preghiere e di strada da fare in questo senso. Non vi pare?