Helena, diario di una volontaria polacca a Bergamo: così ho imparato l’italiano

Nuovo appuntamento con la rubrica #vieniviaconme, per raccontare il Servizio di volontariato europeo: un progetto che coinvolge giovani di tutta Europa in esperienze intense di impegno sociale e culturale. Oggi siamo di nuovo in compagnia di Helena, 22 anni, volontaria che arriva dalla Polonia e collabora con Aeper:questa volta ci racconta come ha imparato l’italiano…

Imparare le lingue è la mia passione. Prima erano solo il mio hobby poi sono diventate anche la mia professione. Ho incominciato a imparare la prima lingua straniera – inglese – quando avevo 9 anni. Poi al’età di 14 ho aggiunto il francese, nel frattempo ho anche perfezionato l’inglese grazie al programma di baccalaureato internazionale. Poi è arrivato il momento di decidere a quale facoltà universitaria iscrivermi e anche in questo caso la scelta è stata semplice – lingue. Ho scelto francese ed arabo.
Il mio progetto dello Sve allora mi si è presentato subito come una bella occasione non solo per vivere un anno di volontariato, un servizio per gli altri, ma anche come una grande possibilità di imparare l’italiano. E allora come l’ho fatto? Ho acquistato diversi libri di grammatica e un vocabolario prima di partire, ho scaricato le differenti applicazioni utili per imparare le lingue come duolingo e quizlet e ho cominciato ad introdurmi alle espressioni più comuni. Fin dall’inizio ho notato tante similitudini tra francese e italiano – e questo mi ha aiutato tantissimo a capire la lingua quando sono arrivata a Bergamo. Ma la cosa che mi ha insegnato di più non è stata un particolare manuale ma semplicemente la vita quotidiana. Lavorare con gli italiani, abitare con gli italiani, incontrare sconosciuti italiani per strada, andare nei negozi, ascoltare la radio italiana… ci sono alcune giornate in cui parlo solo italiano! Ogni giorno capisco di più e più e divento più capace di comunicare in quasi tutte le situazioni. Mi è già capitato di dover parlare con un dottore, con un professore a scuola, con i preti, i commessi e con gli sconosciuti incontrati sul treno o sul pullman. Perfeziono la mia lingua ogni giorno, ogni ora. Quando è arrivata la mia svolta? Esattamente il 19 gennaio, quindi quando ero arrivata qui da tre mesi: a quel punto ho sentito che ciò che mi impediva di parlare lo avevo superato. Ovviamente continuo a fare moltissimi errori, confondo la grammatica, le forme, i generi ma riesco a spiegarmi in modo efficace e questa è la cosa più importante.

Imparare l’italiano vivendo in Italia è un lezione strainteressante per me che riguarda non solo il fatto di conoscere meglio una lingua ma il metodo giusto per impararla. È la prima volta che non mi avvicino a una lingua nel modo tradizionale, a scuola o all’università, dai libri ma partendo dalla pratica quotidiana. Questo ha vantaggi e svantaggi: ho dovuto imparare a parlare velocemente sacrificando la correttezza della grammatica e la logica del vocabolario. Così mi sono capitate cose bizzarre: fino a poco tempo fa sapevo come dire che lo yogurt è scaduto ma non conoscevo la parola giusta per indicare le nuvole. Cosa faccio adesso per migliorare il mio italiano? Parlo il più possibile su tutti temi, guardo i dizionari, chiedo ai miei amici di correggermi e scrivo articoli per SantAlessandro! 😉