Longuelo: l’architetto Pino Pizzigoni disegnò la chiesa nuova pensando a una tenda del deserto

Era l’imbrunire del 24 giugno 1961 quando il vescovo di Bergamo Giuseppe Piazzi con una solenne cerimonia benediceva la prima pietra della nuova chiesa di Longuelo. Il quartiere attendeva una nuova parrocchiale da più di un secolo. La vecchia chiesa, annessa all’antico convento dei Francescani e adagiata alle pendici dei colli di Bergamo, era ormai troppo piccola per contenere gli abitanti di un quartiere in veloce crescita come Longuelo. Una crescita demografica così rapida da rendere non più rimandabile l’edificazione di una nuova e più ampia chiesa. Il progetto fu affidato dal vescovo Piazzi all’architetto Pino Pizzigoni, che da subito lavorò intorno all’idea dare alla nuova chiesa la forma di una tenda nel deserto. Il cantiere venne inaugurato nel maggio del 1963, dopo un anno e mezzo dalla posa della prima pietra. Non fu facile da avvio ai lavori edili. Non poche furono le aste per assegnare i lavori andate deserte. Alla fine il cantiere venne affidato all’impresa Gianni Borella, che accettò di cimentarsi con l’originale e coraggioso progetto di Pizzigoni, che si basava essenzialmente su un elemento costruttivo: le volte sottili in calcestruzzo armato. Questa metodologia costruttiva rappresentava agli occhi dell’architetto progettista uno dei picchi massimi della ricerca costruttiva dell’epoca. I lavori proseguirono, non senza alcune difficoltà dettate da questioni sia economiche sia tecniche, fino alla primavera del 1966. Nel frattempo Pizzigoni affidò a due giovani artisti bergamaschi la realizzazione delle uniche due opere d’arte che prevedeva in chiesa: una grande immagine mariana per la vela absidale, progetto affidato a Dietelmo Pievani, e il tabernacolo bronzeo, commissionato a Claudio Nani, figlio del celebre sbalzatore Attilio, caro amico del progettista. Nel maggio 1966 la chiesa era ormai pronta: il cantiere terminato, la grande Madonna Immacolata pop –optical di Pievani installata, così come il prezioso tabernacolo in rame dorato, sbalzato e smaltato di Nani. Anche gli arredi del presbiterio, tutti realizzati con la preziosa pietra simona che si cavava nei pressi di Darfo Boario Terme, furono posti in opera entro il maggio 1966. Così, finalmente, dopo cinque anni, il 29 giugno 1966 il vescovo Clemente Gaddi consacrò solennemente la chiesa, dedicandola a Maria Immacolata. Il parroco di allora, don Vittorio Belotti, che era stato chiamato a Longuelo diciannove anni prima dal vescovo Bernareggi con il chiaro compito di edificare la nuova chiesa, sintetizzò così gli anni dedicati alla costruzione della tenda di Pizzigoni: “Ardua fu l’impresa, dura la lotta, multiformi le difficoltà, moltiplicatesi lungo il cammino, alle volte sfibrante la fatica; ma ora è bello sostare e contemplare; ora è la vittoria, ora è il coronamento dell’opera, ora è bello riposare all’ombra della Tenda di Dio, che starà, attraverso i secoli, monumento di fede e di amore, a narrare alle generazioni future il nobile ardimento di questa generazione”. I cristiani di Longuelo hanno riposato per cinquanta anni all’ombra della tenda di Dio e di questo monumento di fede e di amore sono grati a coloro che li hanno preceduti e al Signore, che ha concesso loro di celebrarlo, in una chiesa che da mezzo secolo indica il modo di essere Chiesa: povera, umile, in cammino, provvisoria, casa tra le case degli uomini.