Torna la Messa «beat» dei giovani. Così Longuelo riscopre con la musica il clima creativo del post-Concilio

Riecco la Messa beat. Tra gli appuntamenti per celebrare il cinquantesimo compleanno della «chiesa nuova» di Longuelo, con i restauri appena ultimati, il 30 giugno alle 20,45 sarà riproposta la «Messa dei giovani», scritta dal maestro Marcello Giombini e suonata dal gruppo «I Chiodi» nel 1967 a un matrimonio di amici. In formula di concerto, il gruppo del longuelese Franco Carminati (batteria), Dario Capelli (basso), Rino Denti (chitarra), Gigi Rossi (piano) la eseguirà di nuovo in chiesa in occasione di un matrimonio.

La «Messa dei giovani» riscosse un certo successo: venne in seguito eseguita anche nella chiesa di Sant’Anna in Borgo Palazzo e trasmessa dalla Rai. Avevano già suonato a Roma e quell’estate uscì anche un Long Playing. È la prima messa beat mai registrata su un disco e da allora non è più stata replicata. Non fu l’unica messa ‘beat’ svolta nella nuova chiesa. La prime messe della vigilia di Natale e del Natale 1966 furono accompagnate dalla musica di un’altra band dalle radici longuelesi, i “Califfi”, tra i quali suonava Noè Facchinetti alla batteria (fratello di Robi) ma di questa esperienza non è rimasta purtroppo traccia. Voci narrano si volesse organizzare un concerto con gli appena nati Pooh (anche loro quest’anno compiono 50 anni) ma il progetto non andò in porto. Il Concilio Vaticano II aveva chiuso i battenti solo un anno prima e le novità erano nell’aria: non più canti gregoriani, ora si poteva cantare e celebrare la messa anche in italiano, aprendo le porte a un periodo di grande sperimentalismo. La tenda-grembo del Pizzigoni risultava innovativa già di per sé, per le fantasiose forme della struttura, l’illuminazione tenue ed i materiali poveri utilizzati per la sua realizzazione (cemento armato, calcestruzzo), quasi mai adoperati prima di allora per un edificio religioso. L’ispirato architetto animava dibattiti sulle testate giornalistiche più famose attraverso la sua opera, unico suo progetto di chiesa realizzato e pensate, proprio a Bergamo! Così, in un quartiere periferico che stava attraversando un’intensa crescita demografica, la «chiesa nuova» fu una delle prime costruzioni religiose a Bergamo ad esprimere lo spirito del Concilio Vaticano, ponendosi come motore evangelico del nuovo centro residenziale del quartiere. Le messe beat si inserirono con naturalezza in questo processo. Erano gli anni dei Beatles e dei Kinks, del boom economico appena prima dei fervori del ’68. Il rinnovamento nella liturgia si sposò con con tutto ciò e l’umile monumento del Pizzigoni, all’inizio poco caro ai cittadini perché freddo e spoglio, diventò sempre più tempio partecipato in cui costruire appartenenza e alimentare pratiche di buona vita. Anche, perché no, con l’aiuto di arte e musica, pratica che continua anche oggi grazie ad artisti bergamaschi che espongono le loro opere o eseguono le loro performance in questo piccolo laboratorio d’arte per la liturgia.