Teatro in cascina: un luogo dove le storie prendono vita. In scena «Il ritratto della salute» con Chiara Stoppa e Mattia Fabris

Un’antica cascina, un luogo dove le storie trovano nuova vita. Entra nel vivo lunedì 4 e martedì 5 luglio la rassegna teatrale nella cascina di via Muraschi, quartiere di Grumello del Piano, chiusa ormai da decenni e che riapre i battenti proprio per questa occasione, grazie al nuovo progetto della Società Agricola Elav. Da ottobre partiranno i lavori di ristrutturazione, nel frattempo però sarà possibile viverne gli spazi grazie agli spettacoli teatrali e a cibo (e birra) di qualità. Un tempo, cent’anni fa, la gente del quartiere si ritrovava in questo luogo a condividere racconti e storie, ora diventa, in modo diverso, ancora un posto dove narrare e ascoltare grazie agli spettacoli proposti dalla compagnia Atir di Milano. Per assistere a tutti gli spettacoli di «Il Teatro in Cascina» è disponibile la prevendita. Si consiglia la prenotazione anche per il singolo appuntamento (biglietti singolo spettacolo: 13 euro, info e prenotazioni: info@cascinaelav.com o 035 334206. L’idea di base di questa rassegna è suggestiva: si propone «un ritorno alla terra e al contatto
umano di cui il teatro è tempio sacro e primordiale. Tornare a guardarsi negli occhi in un luogo magico, farsi illuminare dalla “poesia che esce da un libro per farsi umana” (cit. Federico Garcia Lorca)». Gli spettacoli de «Il Teatro in Cascina» si svolgeranno nell’ampia terrazza al primo piano. Gli spazi rurali della Cascina saranno a disposizione degli attori che interagiranno con loro per uno spettacolo doppio in cui la trama gioca con la scena e la scena si muoverà su supporti che non hanno mai conosciuto il teatro prima d’ora. Centrale in ogni spettacolo proposto dalla Compagnia ATIR (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) sarà la sperimentazione che però andrà nella direzione della semplicità, nel rapporto diretto con il pubblico e, come avveniva in questo luogo nelle sere di inizio secolo, nel ritorno al racconto come spunto di riflessione dell’oggi. La compagnia ATIR, fondata a Milano nel 1996 e guidata da Serena Sinigaglia, nasce
infatti con l’intento di sviluppare una ricerca teatrale mantenendo un linguaggio diretto e chiaro, con la volontà di portare al pubblico un teatro di qualità e popolare, e quindi ecco che gli spettacoli vogliono sempre raccontare la realtà dell’oggi e farsi osservatori del
proprio tempo cercando di dare spunto a riflessioni. Il 4 e 5 luglio va in scena «Il ritratto della salute» (ore 21,30) di Mattia Fabris e Chiara Stoppa. La trama: Quando i medici dicono a Chiara Stoppa che a 26 anni le restano pochi mesi di vita a causa di un tumore, lei inizia a pensare cosa dire agli amici e alle persone care, per un degno saluto. Poi decide che è meglio alzarsi dal letto, è meglio stare meglio, è meglio vivere. Un monologo scritto a quattro mani, Chiara Stoppa insieme a Mattia Fabris che è anche regista dello spettacolo. Un racconto sull’incontro: con la malattia, la malattia come passaggio e come viaggio in una terra lontana, da cui a volte si torna indietro, l’incontro
con la guarigione e l’incontro con le persone a cui Chiara ha incominciato a raccontare la sua storia, fino a portarla in teatro. In scena solo un tavolo che si trasforma di volta in volta anche in sedia e tavolo operatorio, con Chiara protagonista assoluta della propria storia e il regista che rimane sullo sfondo, in disparte, come se delicatamente ascoltasse. Uno spettacolo che è anche un dono, un regalo per il pubblico, alla fine infatti l’ottimismo e la forza della protagonista permangono a lungo. Il 12 e 13 luglio appuntamento con «Cleopatràs» (sempre ore 21,30) di Giovanni Testori, con Arianna Scommegna. Regia Gigi Dall’Aglio. La forza interpretativa di Arianna Scommegna, vincitrice del Premio Ubu 2014, si sprigiona in questo ultimo spettacolo della trilogia di monologhi di Testori. “Non ho voluto interpretare il personaggio di Cleopatra, sarebbe stato riduttivo, rispetto alle altissime parole di Testori, bensì ho voluto entrare nelle sue viscere per esprimere i suoi sensi, il suo essere terreno. E lo strumento più idoneo per accompagnare tutte le risonanze del suono testoriano ci è sembrato il violoncello, strumento anche che si può in qualche modo abbracciare”. Arianna Scommegna, per questa interpretazione, ha vinto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Gli ultimi due spettacoli, infine, sono «Federico», in scena martedì 19 e mercoledì 20 luglio (ore 21,30) di e con Maria Pilar Pérez Aspa, su Federico Garcia Lorca e la guerra civile spagnola, e «32″16’», in scena il 26 e 27 luglio (sempre ore 21,30) di Michele Santeramo, con la regia di Serena Sinigaglia. Racconta la storia drammatica di Samia Yusuf Omar, atleta somala che sognava di vincere una medaglia alle Olimpiadi. Una riflessione universale di grande attualità sull’accoglienza e sul conflitto tra i popoli. Contatti: info@cascinaelav.com, tel. 035 334206, www.cascinaelav.com, Fb: Cascina Elav