Chiara, bergamasca a Cracovia: sono qui per scoprire che cos’è davvero la Misericordia

Misericordia, misericordia ovunque. Ormai questa parola è sulla bocca di tutti i pellegrini diretti a Cracovia e nonostante sia un concetto affrontato da chiunque nell’ultimo anno, forse nessuno ne ha mai capito il senso o l’ha mai sperimentato realmente. La prima volta in cui ricordo di aver sentito questa parola è stata davanti alla televisione: stavo guardando Heidi, un cartone animato famosissimo, e la signorina Rottermeier dopo aver visto un topolino sobbalzava dalla sedia urlando “Misericordia!”. Lì per lì non mi ero chiesta il significato della sua esclamazione, ero piccola e non le avevo dato importanza. Qualche anno dopo, quando frequentavo la seconda elementare la parola si è ripresentata, ma stavolta con più insistenza facendosi notare perché, a quanto pare, il perdono è fondamentale per chi segue Cristo. Parole grandi per una bambina piccola che comunque anche ora sono concetti enormi e incomprensibili per una giovane dura d’orecchi. La testardaggine, però, fa a pugni con la dolcezza del cuore. Comprendere un simile mistero è fuori da ogni razionalità umana, ma nonostante questo lo possiamo vivere, realizzare in concreto, come accade per altri avvenimenti e sentimenti misteriosi. Basta pensare agli occhi di una persona amata e l’irrazionalità torna a bussare alla nostra porta. Perché quegli occhi, proprio quelli, ci fanno battere così forte il cuore, rimangono fissi come fotografie nei nostri pensieri o ci strappano un sorriso? Come si spiega un fenomeno del genere? Tutto si riduce alla parola “amore” e così avviene anche per la misericordia. Un mondo racchiuso in una parola tutta da provare perché, come l’amore, non vi é altro modo per capirla se non viverla. Per sperimentare un sentimento simile non si può far altro che mettersi in gioco a pieno cantando a squarciagola, scambiando oggetti con paesi diversi, pregando quando se ne si sente il bisogno, stare in silenzio, ascoltare chi apre il proprio cuore, osservare, guardare il mondo con occhi diversi e meno diffidenti rispetto a come ci hanno abituati. Solo dando una possibilità a ciò che stiamo vivendo possiamo sorprenderci e lasciare che qualcosa scatti in noi così da comprendere nel nostro piccolo cosa sia effettivamente la misericordia. Forse basteranno i brividi causati da una canzone, i balli improvvisati in autogrill con un gruppo di ragazzi africani o i volti di chi incontreremo durante questa GMG, ma ciò di cui dobbiamo essere consapevoli è che questo è un viaggio verso noi stessi. Solo così potremmo emozionarci ed emozionare. Solo così possiamo vivere la giornata mondiale della gioventù. See you in Krakow 2016!

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