I ragazzi accolti nelle famiglie. I confini si allargano, nascono legami: “costruire ponti” non è uno slogan

Mercoledì la giornata dei giovani pellegrini alla GMG è stata intensa al pari delle precedenti. Al terzo giorno di permanenza in Polonia i ricordi e le emozioni si aggrovigliano già nella mente anche se non si è ancora raggiunto il giro di boa. Incontri, testimonianze di santi, momenti forti di preghiera sono resi più significativi dal clima di festa e dagli incontri con le persone.

Mentre molti si accodano per salire sui treni o si incamminano verso palestre e scuole trasformate momentaneamente in alloggi, ad alcuni giovani è stata riservata un’accoglienza davvero singolare, che in alcuni casi si può definire da veri re. È successo anche al nostro gruppo, il pullman dei ragazzi del vicariato Albino-Nembro e della valle di Scalve, di essere suddiviso tra una decina di abitazioni della cittadina di Miechow, qualche chilometro a nord di Cracovia. Le famiglie del luogo si sono dimostrate subito molto disponibili verso i ragazzi giunti dall’Italia e le difficoltà a comprendersi a causa della lingua o la differenza di età non hanno impedito di costruire un clima estremamente caloroso.

Così il manuale per la traduzione veloce delle frasi per la sopravvivenza è diventato il pretesto per giocare con le parole, la foto di ospiti e locali si è fatta virale sui social network in poche ore, gli scatti ai cibi più strani condivise via messaggio a tutti gli amici hanno incuriosito e fatto nascere domande.

Il cibo come sempre sa dare la misura delle relazioni. Al mattino la colazione sul tavolo supera di gran lunga ogni attesa. Al momento di uscire di casa per recarsi alla catechesi o agli appuntamenti del programma della GMG gli zaini si riempiono di spuntini per accompagnare la giornata, al rientro in tarda serata o notte piena il tavolo è nuovamente imbandito con ogni varietà e piatto tipico come i pomodori ripieni e i tipici ravioli locali di questa sera.

Le famiglie della parrocchia sono state il primo segno del valore dell’incontro internazionale dei giovani: differenze e lontananze non sono più grandi dello spirito di accoglienza e di fraternità e della volontà di mettere ognuno nelle condizioni di esprimere il meglio di sè.

Papà Francesco nel primo intervento agli italiani raccolti in festa ha lanciato un messaggio molto forte che ha scaldato il cuore di tutti i presenti: “costruiamo ponti e non muri”. L’esperienza di una casa che si apre, di famiglie che si allargano e includono, di cura perché ogni giorno sia speciale rende ancora più forte nei giovani la convinzione che un mondo così sia davvero migliore.