L’attesa ci prepara alla sorpresa: il Signore diventa servo dei servi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Vedi Vangelo di Luca 12, 32-48. Per leggere i testi liturgici di domenica 7 agosto, diciannovesima del Tempo Ordinario “C”, clicca qui)

IL PICCOLO GREGGE

Gesù si rivolge al piccolo gregge, cioè al piccolo gruppo dei suoi discepoli e li rassicura. Dio si è compiaciuto di dare loro il suo regno. Non devono preoccuparsi se il gregge è sempre più piccolo, perché è l’amore di Dio che lo ha scelto a entrare nel Regno. Questa è la forza vera del “piccolo gregge”.

Se davvero è il Regno la grandezza del piccolo gregge, ne deriva che tutto quello che il piccolo gregge possiede deve accumularlo solo per il regno… Le sue ricchezze valgono solo se “spese” per il regno.

SIATE PRONTI

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese, dice poi il Signore. L’immagine rimanda agli Ebrei in partenza dall’Egitto… Immagine “tipica” di ogni attesa. I discepoli vivono nell’attesa del ritorno del loro Signore. Quando il Signore tornerà, allora la situazione di dono e di servizio che egli ha avuto verso di loro sulla terra, diventerà straordinariamente definitiva: egli diventerà servo dei suoi servi. E se il ritorno del Signore ritarda, i discepoli devono continuare a vegliare, comunque.

Il ritorno del Signore è infatti del tutto imprevedibile. Il Signore arriverà come un ladro. Ora: un padrone accorto non si lascia sorprendere dal ladro. Così il discepolo che ha la responsabilità della casa: deve attendere l’arrivo imprevisto del Signore, arrivo simile a quello di un ladro, vigilando come una padrone di casa accorto. “Anche voi, tenetevi pronti…”.

Pietro domanda a Gesù per chi ha parlato. Gesù allora precisa le responsabilità del padrone di casa: deve distribuire la razione di cibo. Dunque Gesù descrive i compiti dell’apostolo. Questi, in particolare, deve sapere che ha delle responsabilità temporanee, delle quali dovrà rendere conto, al ritorno del Signore. Guai a lui se diventa neghittoso verso il gregge…

SIAMO GREGGE SEMPRE PIÙ PICCOLO

Aspettare significa collocare le proprie attese altrove, anzi: su qualcun altro.

Siamo un piccolo gregge. Oggi stiamo imparando che la nostra forza non sta in noi, ma in colui che aspettiamo. Siamo i precursori. La nostra gioia sta nell’indicare lui, solo lui.

Il cristiano sta bene ovunque il Signore lo colloca perché nulla di quello che esiste è definitivo. Quindi tutto è utile per arrivare alla patria. Perché l’uomo comunque cerca. E se non trova continua a cercare anche se non trova e gira a vuoto… I cristiani sono coloro che indicano il senso definitivo del cercare.

Una degli atteggiamenti che rivelano di più lo stato di attesa è il servizio. Dio servitore esige che lo aspettiamo servendo. Se così fare, allora, quando egli ci accoglierà, diventerà lui il servitore di tutti.

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