Volevo esserci anche (R)io. I ragazzi del volley e il marciatore francese Diniz insegnano: mai mollare

Mai mollare, quante volte abbiamo sentito dire e dirci di provare fino in fondo a raggiungere un obiettivo, un traguardo, un sogno o un’ambizione anche se sembra irraggiungibile per ostacoli che appaiono insormontabili. E quante volte abbiamo gioito proprio per quel traguardo ottenuto in modo insperato perché si prova il sapore dolce di una vittoria ottenuta con tutte le forze di cui si è dotati e perché toccare il fondo – quando vorresti mollare tutto – per poi arrivare in cima è una scalata sempre memorabile. La giornata olimpica di ieri ci ha regalato due storie che hanno ricalcato in pieno questo spirito, tipicamente sportivo. La prima è arrivata nel pomeriggio col marciatore francese Diniz: uno dei favoriti della vigilia è partito da solo in fuga nella regina delle gare, la 50 km, tentando l’impresa del secolo. È riuscito a staccare tutti, ma Madre Natura si è messa di mezzo accendendo un sole cocente sulla strada del circuito brasiliano che ha mandato in crisi il marciatore. Ha iniziato a rallentare, è stato avvicinato dagli avversari e poi, al primo centimetro quadrato di ombra si è fermato appoggiandosi alla transenna a bordo strada: dolori muscolari e i sempre temibilissimi fastidi allo stomaco. Ha atteso che sopraggiungesse il secondo e poi è ripartito insieme a lui che non ha dimenticato di onorarlo picchiandogli una mano sulla spalla e facendogli cenno di proseguire insieme. Ma a Diniz rimaneva solo tutto il suo talento e un cuore enorme che non bastano per vincere un oro olimpico. Per lui è iniziato il calvario che lo ha addirittura steso, svenuto. Per un attimo si è temuto il peggio, poi il francese si è rialzato e ha proseguito dovendo peró effettuare numerose altre soste prima del traguardo. Si è classificato nelle retrovie, ma è arrivato salvando la pelle. Alla sera invece è toccato al volley maschile impegnato in semifinale, con gli azzurri che sono arrivati ad un soffio dall’eliminazione per poi compattarsi, guardarsi negli occhi, unirsi fino a diventare una cosa sola e inossidabile e hanno iniziato la rimonta. Un punto dopo l’altro hanno salvato il set (il quarto) e al quinto hanno demolito gli Usa a suon di bombe, muri, schiacciate, servizi vincenti. Uomini straordinari che ci hanno ricordato, con fatti e imprese olimpiche, che mollare anche nella vita di tutti i giorni è vietato!