Il terremoto: è tempo della buona politica, della politica-servizio

Il dramma del terremoto sta suscitando un’ondata grandiosa di affetti e di generosità. Molti milioni di euro sono stati donati, in pochi giorni. La Chiesa italiana, da parte sua, il prossimo 18 settembre, in coincidenza con il congresso eucaristico nazionale di Genova, ha proposto una giornata di mobilitazione e di raccolta fondi in tutte le comunità cristiane del Paese. Sono tanti rivoli che si concentrano tutti sul dramma sofferto dalle popolazioni colpite dallo scisma.

Poi, bisognerà iniziare la ricostruzione, dove tutto diventa difficile e delicato. Tanto più che governo e forze locali insistono per una ricostruzione “dove era e come era”. Perché questo possa davvero funzionare, per evitare le facili infiltrazioni mafiose, c’è bisogno di molta coordinazione, di molta capacità di progettare di realizzare quello che si è progettato. Diciamolo in altri termini: c’è molto bisogno di molta politica. Senza una buona politica non si va da nessuna parte o si rischia di andare nella direzione sbagliata. La politica, così spesso buttata fuori dalla porta, rientra – deve rientrare – dalla finestra. È vero sempre e diventa ancora più vero quando le situazioni da affrontare sono difficili. È dunque l’ora della politica, quella difficile, faticosa, la politica-servizio, che chiede molto e rende poco in termini di vantaggi personali. C’è solo da sperare che politici di lungo respiro e politici locali siano capaci di rispondere all’appello.