Addio a Carlo Azeglio Ciampi. L’ex presidente aveva 95 anni. Le sue passioni: la patria e l’Europa

Carlo Azeglio Ciampi, decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 10 maggio 2006, si è spento in una clinica romana all’età di 95 anni. Nato a Livorno il 9 dicembre 1920, dopo gli studi svolti dai gesuiti, Ciampi si era laureato in lettere all’Università Normale di Pisa. Sempre nella città toscana aveva conseguito una seconda laurea in giurisprudenza. Nel 1946 entrò come funzionario “avventizio” nella Banca d’Italia. Nell’istituto di via Nazionale salì tutta la scala gerarchica interna: segretario generale, poi direttore generale e, infine, governatore, carica che ricoprì per quattordici anni consecutivi (1979-93). Durante il suo governo la Banca d’Italia affrontò sfide enormi, quali la crisi valutaria, l’attacco alla lira che portò a una perdita di valore del 20% della moneta, e costrinse l’Italia a uscire dallo Sme.

Sobrietà, ottimismo, approccio pragmatico ai problemi derivante dagli studi economici, sorriso schivo, sguardo mite e carattere d’acciaio, erano questi i tratti distintivi di Ciampi, esempio d’integrità morale, impegnato da giovane nella Resistenza antifascista, uomo delle Istituzioni, alle quali ha saputo dare prestigio in ognuno dei numerosi incarichi pubblici ricoperti. Possiamo ritenere Ciampi che si è sempre considerato “cittadino d’Europa, nato in terra d’Italia”, come il padre dell’ingresso dell’Italia nell’Eurozona, infatti, come ministro del Tesoro e del Bilancio dei governi Prodi e D’Alema diede un contributo decisivo al raggiungimento dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così l’adozione in Italia della moneta unica europea sin dalla sua creazione.

Nel 1993 Ciampi divenne presidente del Consiglio: nel pieno della bufera di “Tangentopoli” fu chiamato dal presidente della Repubblica di allora, Oscar Luigi Scalfaro, in cerca di una personalità in grado di trovare una maggioranza in Parlamento con lo scopo di stabilizzare i conti pubblici e varare una nuova legge elettorale prima del ritorno alle urne. Ciampi rimase in carica per 377 giorni, e il suo fu il primo governo tecnico della Repubblica italiana, alla cui guida fu chiamato un non parlamentare. Fu più volte ministro, scelto per la sua estraneità ai partiti e alla politica, perché era un “tecnico”, il 13 maggio 1999 fu eletto alla prima votazione come decimo presidente della Repubblica Italiana con una larga maggioranza (707 voti su 1010).

Gli italiani di lui ricordano l’europeismo convinto che ha saputo coniugarsi a una potente azione di rilancio dell’identità e dell’orgoglio nazionale. Grazie a Ciampi gli italiani riscoprirono l’inno di Mameli, quel sentirsi “Fratelli d’Italia” non solo prima del fischio d’inizio di una partita e il Tricolore come simboli di un’unità nazionale spesso dimenticata. “È importante che i bambini conoscano la Costituzione, è importante conoscerla. Bisogna valorizzarne i principi fondamentali, che sono principi che non spariranno mai e che non bisogna mai toccare”.

Già come premier ma soprattutto come presidente della Repubblica, aveva intrecciato un rapporto di particolare stima reciproca con Giovanni Paolo II. Con Sandro Pertini è stato uno dei presidenti più amati. Nonno e bisnonno felice, al suo fianco fino alla fine c’è stata la moglie Franca Pilla, compagna di una vita.

“Ciampi è stato un grande italiano e un grande europeo”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La stima e la considerazione di cui la sua figura ha goduto e gode in tutto il continente e nel mondo è il giusto tributo a una vita spesa per il bene comune, e costituisce un grande privilegio per l’intero paese. Gli italiani non dimenticheranno il presidente Ciampi”, ha proseguito Mattarella. L’uomo che ebbe la capacità di mobilitare le energie profonde del Paese per obiettivi condivisi, come fu l’ingresso nella moneta unica, esce di scena nel giorno in cui a Bratislava, in Slovacchia, riparte l’Europa a 27 del dopo Brexit.