Conosco un prete molto simpatico. Forse troppo

Conosco molto bene un prete. È di Bergamo, ha un po’ meno di cinquanta’anni. Nome di fantasia: don Gigi. Don Gigi ha una caratteristica: è straordinariamente simpatico, di una simpatia debordante, contagiosa. Gli vogliono tutti bene, dai bambini ai nonni. Quando passa per le strade parla con tutti, saluta tutti, chiama tutti per nome perché di tutti ricorda non solo il nome, ma le parentele, le amicizie, le storie. Solo qualche intellettuale della parrocchia storce il naso. Alcuni parlano di eccesso di personalismo, altri di populismo in salsa ecclesiastica, altri di qualunquismo.

LA SIMPATIA È UNA FORTUNA

Ho cercato, nel mio piccolo, di ripensare il fenomeno, che non è solo di quel prete, ma di tanti altri. Per fortuna, mi viene di aggiungere. In un tempo in cui soffochiamo nei problemi, in cui i musoni trionfano, i politici litigano, e noi, spesso, litighiamo più dei politici (a questo proposito: raccogliere informazioni dai gestori di condomini) che qualcuno, dunque, in questa situazione, sia un facilitatore di relazioni buone, è una fortuna.
Ma anch’io mi sono messo a fare qualcosa di quello che fanno i soloni di quella parrocchia e mi sono chiesto, semplicemente: Esistono rischi in una impostazioni così “simapatetica” della pastorale e dei rapporti di un prete con la sua parrocchia?

IL RISCHIO: CHE ANCHE IL VANGELO SERVA PER ESSERE SIMPATICI

Volendo trovare proprio il pelo nell’uovo mi pare che qualche pericolo ci sia. Non so poi che cosa succeda di fatto in quella parrocchia. Ma mi domando: quel prete è capace poi di dire pane al pane alle persone che il giorno prima gli hanno battuto le mani? Di denunciare le ingiustizie, se ci sono, di prendere posizione quando necessario? Di dire che bisogna accogliere gli extracomunitari anche se i suoi amministratori leghisti gli dicono di no? Oppure la simpatia prevale sulla verità, anche quando la verità è lampante?
Più a monte, poi, c’è un’ulteriore questione. Quel prete è sempre lui anche quando predica: racconti, esempi, battute, frasi in bergamasco. Non solo è simpatico, ma trasmette simpatia anche quando predica. E i suoi uditori, quasi sempre, gradiscono. Ma mi pare che possa esistere un problema di fondo, a monte, appunto. Questo: che si usi il vangelo per esaltare la propria simpatia e non il contrario: usare anche la propria simpatia per “far passare” il vangelo, duro e puro. Anche quando è duro, appunto: quando, invece di darci carezze, ci dà qualche pugno nello stomaco. E il vangelo di pugni nello stomaco, ne dà parecchi.
Adesso mi accorgo che sto facendo anch’io lo schizzinoso come i soloni della parrocchia di quel prete. Ma non mi azzarderei mai di dire a quel prete di mettersi a fare l’antipatico, ma semplicemente di usare con saggezza, con saggezza evangelica, la sua simpatia.