Giulia Rocchi, nuova presidente diocesana Fuci: “Offriamo agli altri la nostra testimonianza di giovani cristiani”

Tutti i mercoledì e alcuni venerdì dell’Anno Accademico, per chi lo desidera, c’è la possibilità di partecipare alla Messa alle 17 nella chiesa di S. Andrea (Via Porta Dipinta, 39, Bergamo Alta). Già dalle 15 la chiesa è aperta e c’è la possibilità dell’adorazione eucaristica, di confessioni e di colloqui personali.

Dopo la messa, viene proposto un incontro di formazione, confronto e discussione attorno a temi di interesse spirituale, culturale e politico. Gli incontri si tengono al Centro Universitario Sant’Andrea (Cusa) proprio accanto alla chiesa.  Al termine dell’incontro c’è la possibilità di condividere un trancio di pizza e una bibita presso gli spazi del Cusa. Nel corso dell’anno sono previsti due viaggi: a Torino sulle orme del Beato Pier Giorgio Frassati e a Barbiana sulle orme di don Lorenzo Milani.

Ogni mese vengono proposti alcuni incontri, differenti per tema e modalità dalle 18 alle 19). A partire dalla lettura dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, sono stati individuati una serie di temi-chiave, attorno ai quali si intrecciano tre percorsi, ai quali si può aderire liberamente.

Ne parla la nuova presidente del gruppo FUCI di Bergamo: Giulia Rocchi. Studentessa al secondo anno di Scienze Psicologiche presso l’Università degli Studi di Bergamo, 21 anni, la sua parrocchia d’origine è Seriate, in particolare la zona Risveglio, chiamata affettuosamente dai Seriatesi “Paderno” per via della devozione alla Chiesa di Sant’Alessandro dedicata ai “mortini di Paderno” caduti durante la peste. A fianco a lei c’è un presidente maschile Martino Pesenti Gritti, che sta ultimando il dottorato di ricerca in Filosofia all’Università di Bergamo e proviene dalla parrocchia di Oltre il Colle. In questa coppia si aggiunge una figura importante, l’assistente ecclesiastico, don Giovanni Gusmini, il quale, oltre a sostenerli dal punto di vista pratico, è la guida spirituale di tutto il gruppo, offrendo consigli preziosi.

Com’è essere presidente della Fuci? Perché hai accettato di fare il presidente?
“Essere presidente della Fuci è innanzitutto un’esperienza di servizio all’interno dell’Università e della Chiesa. Mi piace sottolineare questo aspetto, il mio non è solamente un incarico formale, ma un servizio al quale sono stata chiamata e che svolgo con un entusiasmo sempre nuovo, nonostante le difficoltà che possa incontrare. Pensando al mio cammino da Presidente mi ritrovo nelle parole del Beato Paolo VI, che affermò: “Il Vangelo non è facile, ma è felice“. Non è sempre semplice portare avanti le proprie idee, coordinare un gruppo e risolvere questioni di vario genere, ma la felicità che si ricava dai piccoli risultati che si guadagnano ogni giorno è sorprendente. Questa mia felicità è frutto soprattutto dell’amicizia, la collaborazione e la fiducia che ogni giorno vivo nel mio gruppo. Prima di essere presidente, voglio che mi considerino loro amica e compagna di viaggio in questo percorso di ricerca che, anche se presenta delle salite, ci porta a scoprire sempre nuovi orizzonti”.

Giulia prosegue:

“Quando mi è stata proposta la presidenza non posso nascondere che abbia provato sentimenti contrastanti. Sono stata molto felice del fatto che il nostro assistente ecclesiastico all’ora in carica, don James Organisti, avesse riposto in me la fiducia e avesse visto le qualità necessarie per svolgere questo compito. Mi sono sentita onorata, ma anche intimorita, perché in 8 mesi sarei passata dalla matricola che diceva “Cosa è la Fuci?” a essere la presidente diocesana. Alla fine ho accettato, mi sono affidata alle mani del Signore, ricordandomi di come San Paolo stesso, si sentisse piccolo e stolto. Ho accettato perché spero che attraverso la mia testimonianza di cristiana giovane si possa mostrare alla Chiesa come i giovani possano essere protagonisti degli atti culturali e non solo fruitori passivi”.

Cosa ti appassiona della Fuci?
“La molteplicità del cammino che può offrire ai giovani. Un percorso spirituale e di cultura, perché trova la sua sorgente nell’Università, luogo dove lo studente si pone domande e cerca risposte. Ultimo aspetto, la cittadinanza, perché il percorso socio-politico della Fuci mira a formare cittadini consapevoli attenti ai bisogni dell’altro, ne sono un esempio i grandi del passato come Aldo Moro e il Beato Piergiorgio Frassati, patrono del nostro gruppo”.

Quale contributo pensate di dare all’Università come gruppo Fuci?
“Come Gruppo Fuci vogliamo essere “porte aperte”, la nostra iniziativa principale è un ciclo di Incontri dal titolo “Sulla Soglia – Scritture e Risonanze”. In questi appuntamenti dialogano un sacerdote della nostra diocesi e un personaggio della cultura cittadina, la “Soglia” è il luogo d’incontro della Parola e delle Cultura che si fondono in un intreccio fecondo. Essere porte aperte in Università significa offrire un luogo d’incontro, dove conoscere l’altro e confrontarsi”.

Fa la differenza essere studente universitario e anche fucino?
“Vorrei rispondere a questa domanda utilizzando una semplice similitudine. Soffro di un leggero astigmatismo, senza occhiali vedo bene, ma indossandoli vedo meglio. La Fuci è quel paio di occhiali che ti permette di vedere l’Università non come un “esamificio” o una corsa disperata verso la laurea, ma un luogo di formazione, ricerca e confronto. Ti consente di andare oltre i luoghi comuni e aprirsi a nuovi orizzonti, a essere “mendicanti di domande” e non pretendere di conoscere tutte le risposte”.

Per info:

Giuli Rocchi  rocchigiulia@mail.com

Martino Pesenti Gritti  martino.pesentigritti@unibg.it

Don Giovanni Gusmini  dongusmini@hotmail.it

email fuci.bergamo@gmail.com

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