Arriva Imzy, il social network basato sulla gentilezza. Per partecipare a una discussione bisogna chiedere il permesso

L’idea è affascinante: un social network basato sulla gentilezza. Una boccata d’ossigeno in un mondo in cui basta una parola sbagliata per dare fiato a polemiche sterili, dove hanno gioco facile i “leoni da tastiera”, pronti a demolire tutto e tutti con le parole. Imzy si propone di incentivare uno stile diverso, di innescare un circolo virtuoso. È già attivo da sei mesi, nella modalità “su invito”, ora però apre le porte a tutti gli utenti di internet. Non sarà facile che prenda piede in un mondo affollatissimo in cui Facebook divora la maggior parte degli utenti e poi ci sono Twitter, Instagram, Snapchat e molti altri.  I suoi fondatori però sono manager esperti, tutti veterani di Reddit e Twitter, e puntano sul desiderio condiviso da moltissime persone di poter avere un social network depurato dall’ostilità tra utenti, una piaga diffusissima su tutti gli altri social.

La fiducia nel progetto non manca, e lo dimostrano gli otto milioni di dollari messi a disposizione della società dai finanziatori. Bisogna però vedere se la formula studiata sulla gentilezza funziona davvero. Come si fa a evitare l’incendio delle polemiche (in inglese si chiama proprio “flame” il dilagare delle liti).  Imzy non è concentrato sui profili degli utenti come Facebook: al centro ci sono invece temi e argomenti da approfondire. Per partecipare a una discussione, però bisogna chiedere il permesso. È inoppugnabile la logica del co-fondatore Lesley Brownlee: «Se fossi a ristorante e ascoltassi la conversazione in corso a un altro tavolo, prenderesti una sedia e ti uniresti dal nulla o chiederesti il permesso?». Non sembra facile e immediato come gli altri social, ma vale la pena di provare.

Sotto ogni discussione comparirà il tasto “unisciti” e per partecipare bisognerà premerlo, un’azione semplice per contribuire a creare un’atmosfera più rispettosa delle diverse opinioni. Esiste anche – ma è ancora tutto da capire – un meccanismo attraverso il quale si possono volontariamente inviare a moderatori e membri più attivi delle “mance” in denaro.

In questo modo i fondatori vorrebbero mantenere Imzy libero dai meccanismi pubblicitari che imperano invece su Facebook. Per ora comunque soltanto una piccola percentuale di utenti dona denaro (l’idea diffusa è che i social network, come tutto il resto sul web, debbano essere gratuiti). Per ora gli utenti sono 50 mila sparsi in 6 mila gruppi di discussione: un esperimento d’elite. Gli sviluppi futuri prevedono strumenti adatti a mescolare vita reale e virtuale, come l’organizzazione di eventi.