Un gruppo di ragazzi con una grande passione: così 35 anni fa è nato il coro di Loreto

Un gruppo di amici, una grande passione: il coro di Loreto è nato così, nel 1982, dal desiderio di mettersi alla prova di alcuni ragazzi tra i 15 e 18 anni innamorati della musica. “Una partenza minuscola, non sapevamo dove saremmo andati a finire” racconta il maestro Giorgio Riva, che nel tempo è cresciuto, si è sposato con una delle giovani che si era buttata nell’impresa con lui, oggi ha quattro figli (tutti musicisti) e ha fatto, appunto, della musica anche il suo mestiere. “Abitavamo tutti vicini, io suonavo la chitarra e avevo provato a buttare lì l’idea. Il primo momento in cui abbiamo potuto chiamarci coro, nel Natale dell’83 eravamo ancora un gruppo piccolo. Da allora abbiamo fatto tanta strada e tante esperienze. Abbiamo ampliato il repertorio inserendo anche brani complessi, cantiamo Mozart, Vivaldi, ci siamo esibiti con alcune orchestre. Nel 2000 in occasione del Giubileo avevamo fatto una piccola tournée, l’aveva organizzata don Silvio Agazzi, che per molto tempo è stato curato di Loreto e ha seguito con grande attenzione e sensibilità la nostra attività e ha continuato ad esserci vicino anche quando ha cambiato incarico”. Per questo da dieci anni, da quando don Silvio è morto, il coro (non nella sua veste parrocchiale ma concertistica, con un organico diverso) porta il suo nome.

“Abbiamo iniziato a tenere concerti veri e propri – continua Riva – dieci anni dopo aver iniziato la nostra attività. Ma noi siamo comunque rimasti un coro parrocchiale dall’organizzazione molto familiare, pur avendo migliorato molto qualità e repertorio”.

Il momento più importante è sempre il Natale: “Di solito cerchiamo di dare il meglio, a me piace, quando riesco, almeno per questa occasione mettere insieme un gruppo di voci bianche, ma è difficile mantenere con loro continuità durante l’anno, non perché manchi loro la motivazione ma per come viviamo adesso”.

Giorgio Riva ha iniziato da piccolo: “Facevo parte del coro diretto da monsignor Egidio Corbetta, che mi ha trasmesso un grande amore per la musica, quando ho iniziato a dirigere mi rispecchiavo molto in lui. Abbiamo fatto cose molto importanti con lui, era un’attività seria e profonda”.

Oggi fanno parte del coro circa 35 persone. In passato in qualche momento ci sono stati anche organici più ampi. Il coro accompagna le celebrazioni della parrocchia anche se non riesce più ad essere presente a tutte le celebrazioni, feste, solennità, funerali. “E’ soprattutto una questione d’età e di impegni: non siamo più così giovani, abbiamo messo su famiglia, ci sono esigenze diverse, forse il tempo che riusciamo a dedicare tutti insieme è un po’ di meno”. Un particolare interessante: qualcuno dei membri di questo coro si è trasferito in altre parrocchie e ha dato vita ad altri cori.

Il percorso del coro ha avuto ricadute importanti per i suoi membri anche dal punto di vista umano: “Ha unito tante persone, nel coro si sono formate anche diverse coppie che si sono poi sposate. Il canto è una forma di preghiera, quindi anche un cammino di fede importante. C’è la bellezza di cantare insieme, di fare in modo che anche gli altri possano assaporarla”.

Tanti anni, tanti aneddoti: “Quando siamo andati con don Silvio a cantare a Roma abbiamo partecipato a un rosario, quando il Papa passava – era Giovanni Paolo II – ognuno faceva qualcosa. Noi abbiamo intonato un canto, lui si è voltato ad ascoltarci, si è fermato, ci ha chiesto di dove eravamo. Sono soddisfazioni, ricordi che rimangono. Quella notte in piazza San Pietro abbiamo incontrato un coro di inglesi e abbiamo cantato con loro l’Alleluia di Handel. Poi mi ricordo i tempi eroici del coro, quando c’erano delle mamme con i bambini piccoli e pur di non saltare le prove li portavano con loro e poi li allattavano in sagrestia, magari pochi momenti prima di uscire a cantare.