Le «fake news» virali sui social network: anche Facebook corre ai ripari

C’è chi dice che il web non c’entra nella diffusione della “post-verità”, chi addirittura nega che esista, che sia un fenomeno nuovo: le bufale sono sempre esistite. Ed è vero, in parte, ma non si può non constatare, dall’altra parte, che non c’è, nella storia dell’uomo, un altro mezzo di comunicazione che abbia gli effetti dirompenti della rete. I social network fanno interagire (in modo, si direbbe spontaneo, almeno in apparenza) milioni di persone: masse enormi, con legami che si intrecciano in modo sempre più fitto, accorciando enormemente le distanze (i famosi “sei gradi di separazione” che esisterebbero tra due perfetti sconosciuti, negli ultimi anni sono diminuiti, secondo gli studi degli esperti del settore, fino a due e mezzo). Per di più mostra di essere molto forte l’influenza che le informazioni lette sui social network esercitano sulle persone: spesso a comunicarci una notizia attraverso il meccanismo della condivisione è infatti un amico di cui ci fidiamo o con cui ci sentiamo in sintonia, e questo ha un peso. Anche quando le menzogne sono palesi è difficile sventarle (la morte delle celebrità viene annunciata più volte, tanto che ormai la gente si è assuefatta e non distingue più i lutti reali da quelli inventati). Le correzioni, poi, quando arrivano vengono lette con meno attenzione e considerazione: il “danno” è fatto.  Gli effetti non sono trascurabili, soprattutto in ambito politico.

Che fare? Anche l’ordine dei giornalisti si è mosso: spesso le notizie vengono rilanciate sui social network in modo deontologicamente scorretto, senza verificare le fonti. Un atteggiamento che ora, secondo le nuove regole, per un giornalista può essere sanzionabile. Il nuovo “Testo unico dei doveri del giornalista” approvato lo scorso 27 gennaio dal Consiglio nazionale dell’Ordine ha infatti introdotto e sancito un’importante novità: la deontologia dei giornalisti si applica anche ai social network. Un iscritto all’albo non può scrivere notizie false sul proprio profilo Facebook.

Gli effetti delle fake news hanno condotto anche i grandi colossi della comunicazione a prendere provvedimenti. Facebook per esempio incoraggia le segnalazioni degli utenti-lettori con l’ausilio di un software per individuare le fake news trainanti. Ha messo poi al lavoro un team di giornalisti per passare al vaglio queste segnalazioni in modo che possano verificarle. Una tecnica che riproduce in realtà quella attuata da sempre nei grandi giornali americani dove alcuni giornalisti vengono adibiti in modo esclusivo al compito di “fact checker”, sono cioè “controllori dei fatti”. In questo modo il social network potrà “contestare” ed eliminare le storie ritenute false a seguito delle verifiche. L’algoritmo che governa la diffusione delle notizie (misurandone la visibilità) sarà modificato in modo tale da limitare la visibilità delle vicende ambigue o controverse. Sarà inserito, per queste particolari news, un passaggio in più anche per gli utenti: a chi sta per condividerle verrà chiesto se è proprio sicuro di ciò che sta facendo. Non è molto, ma potrà servire, almeno, a far nascere un dubbio.