Salute. Più vaccini gratuiti, più esenzioni per le malattie croniche. Cosa cambia con i nuovi livelli di assistenza

Con la firma del premier Paolo Gentiloni, del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il 12 gennaio scorso sono stati finalmente pubblicati i nuovi Lea, ovvero i Livelli essenziali di assistenza. Un provvedimento che colma un vuoto di 16 anni. Con Lea si intende l’insieme dei servizi e delle attività che i cittadini possono ottenere gratuitamente tramite il Servizio sanitario nazionale: ovvero le prestazioni considerate indispensabili e che pertanto devono essere fornite uniformemente da tutte le Regioni. Era dal 2001 che la lista dei Lea non veniva aggiornata, con tutti gli problemi del caso, dall’obsolescenza di alcuni servizi alla mancanza di altri. Con il nuovo testo si è provveduto all’eliminazione di quelli non più utili e all’introduzione di quelli che, viceversa, sono divenuti necessari perché rispondono a esigenze diverse o a evoluzioni della medicina.
Lo stanziamento economico previsto per i nuovi Lea è di 800 milioni di euro, in aggiunta a quanto stanziato per lo strettamente collegato Piano nazionale vaccini: 100 milioni di euro nel 2017, 300 milioni di euro nel biennio 2017-2018. Aumenta infatti il numero dei vaccini gratuiti, con l’inserimento di alcuni che finora erano a pagamento, come per esempio quello contro il meningococco B in età pediatrica e il richiamo per il meningococco C a 12 anni. A questo, per i maschi, si aggiunge anche l’anti-papilloma virus, già in uso per le bambine. Per gli anziani over 65 il vaccino è quello anti-influenzale. Queste tipologie di vaccinazioni saranno erogate in maniera completamente gratuita, senza pagamento di alcun ticket, poiché considerate ora prevenzione sanitaria di massa, e non più prestazioni sanitarie di cura.
È stato inoltre aggiornato l’elenco delle malattie rare, invalidanti e croniche, permettendo l’allargamento della platea di pazienti che potranno vedere riconosciute anche dalla burocrazia le proprie patologie: con i Lea viene infatti assegnato un codice che dà diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa a 118 patologie rare finora non considerate meritevoli di entrare nella lista. Con i nuovi Lea vengono inserite tra le malattie croniche anche la sindrome di talidomide, l’osteomielite cronica, le patologie renali croniche, il rene policistico autosomico dominante, l’endometriosi negli stadi clinici ‘moderato’ e ‘grave’ e la broncopneumopatia cronico ostruttiva negli stadi clinici ‘moderato’, ‘grave’ e ‘molto grave’. Allo stesso modo, vengono collocate tra le malattie croniche celiachia e sindrome di Down, che erano considerate malattie rare. Nei Livelli di assistenza è stato inserito lo screening neonatale, che permette di individuare la sordità o la cataratta congenite. Sono poi previste cure, trattamenti e percorsi diagnostici per i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico.
È stato anche aggiornato il nomenclatore dell’assistenza protesica, che era fermo al 1999: nell’elenco dei dispositivi riconosciuti vengono introdotti ausili informatici e di comunicazione, come i comunicatori oculari, i sistemi di riconoscimento vocale e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità come i malati di Sla; apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti (allarme e telesoccorso); posaterie e suppellettili adattati per le disabilità motorie, barella adattata per la doccia, scooter a quattro ruote, carrozzine a tecnologia avanzata, sollevatori fissi e per vasca da bagno insieme a maniglioni e braccioli, carrelli servoscala per interni. Infine, i trattamenti di procreazione medicalmente assistita. Nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale, sono state infatti inserite tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi concernenti la procreazione medicalmente assistita, omologa ed eterologa, che diventano gratuite.
Come però ha spiegato in un’intervista pubblicata su “Il Sole 24 Ore” lo stesso Gentiloni, i nuovi Lea non sono ancora in vigore: quello firmato è un decreto del presidente del Consiglio dei ministri che necessita dell’approvazione della Corte dei Conti e della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, probabilmente entro fine mese. La palla passerà poi alle Regioni, che dovranno adeguarsi al provvedimento, ma qui tempi e modi diventano incerti.

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