La festa di Sant’Antonio abate: preghiere, benedizioni, nostalgie

Oggi, 17 gennaio, si celebra Sant’Antonio Abate, il Santo eremita egiziano fondatore del monachesimo cristiano e primo degli abati. La devozione per questo santo ha tratti fortemente popolari: è considerato protettore contro i contagi, patrono dei vigili del fuoco e dei fornai, dei macellai, dei salumieri, degli animali domestici e del bestiame. Ancora oggi in occasione della festa di Sant’Antonio in moltissime parrocchie ci sono benedizioni degli animali, delle stalle, dei mangimi. Un accostamento insolito per il santo passato alla storia come patriarca del monachesimo…. E nel centro di Bergamo arrivano anche le bancarelle con i biligocc, le castagne secche.
Tutte queste immagini tornano raccontando le emozioni, le contraddizioni, l’intensità di questa festa così come viene vissuta oggi: il video, girato questa mattina in centro città a Bergamo e il testo che segue, e che lo accompagna, sono di Alessio Mussinelli. 

 

Quando la modernità abbacina la sobrietà del passato
e la tecnologia si sostituisce alle tradizioni,
percepiamo la nostalgia dei tempi trascorsi
e sentiamo appassire una parte di ciò che siamo stati.

Per questo siamo alla continua ricerca di ancore
che ci leghino alle nostre origini
e usiamo il progresso per conservare il passato.

Il giorno di San Antonio Abate,
riassaporando le sensazioni e i profumi della terra da cui veniamo,
chiudiamo gli occhi e torniamo ad essere bambini.
E nonostante ciò che era necessario sia talvolta superfluo ed eccessivo,
le emozioni restano sempre le stesse.

“Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra e dissi gemendo:
–Chi mai potrà scamparne?
E udii una voce che mi disse:
–L’umiltà.”
San Antonio Abate (251 – 357 d.C.)