Le famiglie italiane buttano ogni anno 16 miliardi di cibo: la giornata contro gli sprechi

Oggi 5 febbraio 2017 si tiene in tutta Italia la IV edizione della “Giornata Nazionale di Prevenzione contro lo spreco alimentare”, l’unica campagna organica di sensibilizzazione in Italia sul tema dello spreco alimentare. La giornata promossa per la cura scientifica del Prof Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, è un’iniziativa sociale con l’obiettivo di “trasformare lo spreco in risorse”.
Secondo un’indagine dell’Osservatorio Waste Watchers, di Last Minute Market/Swg e campagna Spreco Zero le famiglie italiane ogni anno buttano nella pattumiera un valore di 16 miliardi in cibo. Ecco in sintesi i numeri dello spreco: 16 miliardi il valore del cibo commestibile gettato via ogni anno in Italia che vale l’1% del prodotto interno lordo. L’indagine ha rilevato che se il 57% degli italiani è attento al problema dello scialo alimentare, il 43 % invece si dimostra disattento. Il 7 % del Paese è attento per necessità: avendo redditi limitati getta nella pattumiera il 20% in meno della media per limitare la spesa. Una cosa è certa, lo spreco non solo genera tonnellate e tonnellate d’immondizia, ma viene mandato al macero cibo che potrebbe risultare utile a tutte quelle persone che hanno difficoltà ad accedere alle risorse alimentari.
Per far sparire lo spreco non occorre fare magie, lo sa bene Francesca Pagani, socia dell’Associazione dei Lions Club Bergamo Città dei Mille, che nel 2015 nella veste di Presidente annuale del Club ha proposto un progetto di recupero di beni alimentari invenduti a favore di organizzazioni non lucrative del territorio bergamasco. «Ero in contatto con Last Minute Market, l’ho proposto ai soci che sono rimasti entusiasti. Da qui siamo partiti. È stato ed è tuttora un lavoro di gruppo» chiarisce Francesca, la quale ci ricorda che «non sprecare cibo significa anche non sprecare tutto quanto utilizzato nell’intero ciclo di vita del prodotto».
Il Progetto Last Minute Market, «un progetto continuativo che non si ferma mai», promosso dal Lions Club Bergamo Città dei Mille e attivato nel luglio 2015, ha messo in relazione aziende del territorio con organizzazioni del terzo settore costituendo una rete solida e stabile nel tempo, che consente di recuperare in massima sicurezza beni alimentari invenduti e riutilizzarli per fini sociali. «I punti vendita coinvolti sono il Simply Market di Verdello e quello di San Paolo D’Argon e gli enti beneficiari coinvolti sono due. Namastè società cooperativa sociale Onlus che si occupa di appartamenti protetti per disabili a Cenate Sopra e San Paolo d’Argon. Qui sono circa 20 gli utenti collocati in 3 appartamenti. L’Associazione Comunità Emmaus – Centro Diurno Casa Chiara di Verdello – aiuta 10 persone in difficoltà (donne e minori) su segnalazione dei servizi sociali. Quindi sono due gli enti beneficiari coinvolti in maniera continuativa e 30 le persone che beneficiano dei prodotti recuperati» spiega Francesca Pagani. I risultati complessivi di questo lodevole progetto parlano da soli: da luglio 2015 al 30 novembre 2016 sono stati recuperati alimenti per 8.948 Kg per un valore economico di 60.117 euro. «Il valore economico dei prodotti recuperati può fornirci due informazioni fondamentali: il potenziale risparmio per il Terzo Settore sulla spesa alimentare e il miglioramento e l’aumento dell’assistenza verso le fasce più deboli. Inoltre i prodotti recuperati generano un risparmio che può essere reinvestito in altri beni e servizi». Il progetto ha stimato in 15 milioni di Kcal il “valore nutrizionale” dei prodotti recuperati non sprecato. «Queste calorie equivalgono a oltre 18 mila pasti completi oppure a 21 mila pizze». Se è vero che il 22% della popolazione italiana cerca di non buttare alimenti ancora commestibili anche perché considerano lo spreco del cibo come qualcosa d’immorale che reca danno all’ambiente, ricordiamo che è proprio «l’impatto ambientale dei prodotti recuperati a fornirci una stima delle risorse naturali impiegate in fase di produzione e quindi non sprecate».
Dalla fine della scorsa estate il nostro Paese si è dotato di una legge organica sul recupero delle eccedenze e sulla loro donazione per solidarietà sociale. La nuova legge antisprechi, (l’Italia è il secondo Paese europeo a dotarsi di una normativa di questo tipo, dopo la Francia che ha approvato una legge contro gli sprechi lo scorso febbraio), premia chi non butta il cibo puntando sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. La burocrazia per lo smistamento e la donazione del cibo sarà più snella e veloce e vi saranno nuovi incentivi per chi si preoccuperà di non gettare il cibo in eccedenza. Inoltre le procedure per donare le eccedenze alimentari diventeranno più semplici per tutti. Manca ancora in Italia, però, una campagna capillare di educazione alimentare che semmai potrebbe partire dalle scuole. «Last Minut Market ci aveva proposto di fare alcuni incontri all’interno di vari Istituti scolastici dove sarebbe stato insegnato agli studenti la metodologia per non sprecare il cibo. Ancora non siamo riusciti a organizzare questi incontri, contiamo di farlo durante l’anno appena iniziato» conclude Francesca Pagani.