Non so pregare

Non riesco a pregare. Non riesco a pregare con intensità e concentrazione. Tu che sei monaca hai qualche indicazione di metodo per me che non sono monaca e che devo fare i conti con lavoro, famiglia, preoccupazioni varie? Renata

La preghiera, cara Renata, è un dono che Dio concede a chiunque lo voglia incontrare. Non è prerogativa delle monache, ma vera e propria necessità dell’anima e del cuore che, nell’incontro personale con il Signore, trova il proprio centro, la propria freschezza, il proprio alimento. Il colloquio intimo e personale con Dio è ossigeno indispensabile per ogni cristiano, al di là del proprio stato di vita.

Anche nelle faccende di casa incontri il Signore

Nessuno, perciò, si deve sentire escluso da questa relazione che dà significato e pienezza all’esistenza, ma ciascuno è chiamato a trovare modalità di preghiera consone alla propria vocazione. Chi vive in famiglia, tra lavoro e preoccupazioni e impegni vari, può comunque intessere una relazione reale con il Signore Gesù. Può fare delle proprie incombenze quotidiane il luogo dove fare una vera esperienza di Dio. Sfaccendare per preparare il pranzo, stirare o correre per fare la spesa, ad esempio, se vissuti in comunione con il Signore, diventano luoghi concreti in cui vedere il volto del Signore Gesù. Il quale, infatti, si rivela proprio nella “carne” dei nostri fratelli o nella concretezza degli eventi.

La “preghiera del calzino”

Comprendo quanto sia difficile, per chi vive “nel mondo”, trovare brevi momenti per meditare il Vangelo o sostare in silenzio davanti al Signore. Costanza Miriano nota giornalista sposa e madre di quattro figli, ci ha lasciato una simpatica testimonianza su come fare delle proprie faccende domestiche lo spazio dell’incontro con Dio. Nella sua “Preghiera del calzino”, offre, a chi vive in famiglia alle prese con molteplici occupazioni, una via possibile di preghiera. È una mirabilie sintesi tra silenzio, solitudine, ascolto e dedizione alla propria famiglia e al proprio lavoro:

Sono nel cuore della notte, sono per la precisione le 3.41, e ho appena finito di sperimentare un’arditissima forma di meditazione: la Bibbia piegando calzini. Si, lo so, ciò non depone molto a favore della mia sanità mentale, ma con dodici piedi in casa si fa presto a riempire il cesto della biancheria, e la domenica sera tutti reclamano. Nei cassetti sono rimasti solo calzini bucati, o ruvidi, o di tre numeri più piccoli. Domani, cioè fra poche ore, si riparte per una settimana di lavoro, e una madre lavoratrice sa quali insidie si nascondono per lei nei prossimi giorni. Così è bene rifornire ogni membro familiare di un equipaggiamento minimo di biancheria. Nondimeno, mi trovavo davanti alla crudele scelta: omettere la meditazione del Vangelo del giorno, o mandare i miei virgulti a scuola privi del necessario? È così che mi sono messa a leggere della trasfigurazione di Gesù ricercando coppie di calzini.

Contare le Ave Maria del Rosario con le creme del bagno

Anche a proposito della recita del rosario l’autrice testimonia:

È molto adatto il rosario, che per la mia esperienza può essere pregato in molti modi diversi, guidando, correndo, stirando, facendo le cose di casa che richiedono meno creatività e pensiero organizzato. Una mia amica lo prega per esempio in bagno la sera facendo il suo rituale di pulizia, e conta le Ave Maria spostando i vasetti delle creme. Allo stesso scopo si prestano le carote sbucciate, i pupazzetti Lego o i fumetti, insomma qualsiasi altra cosa stiamo riordinando. Per chi cammina, il rosario può diventare un’unità di misura dello spazio, così come per madre Teresa i voli aerei si misuravano in corone, non in ore di volo».

Tutto ciò che è parte della nostra quotidianità, anche le cose più ovvie, apparentemente banali, scontate, possono divenire luogo dove incontrare il Signore, fare esperienza del suo Amore e della sua presenza.

Come pregare, con tante cose da fare

Così continua l’autrice:

Qualsiasi siano le modalità di preghiera che meglio si adattino al nostro stile di vita, rimane valido per tutti l’invito di Gesù a pregare sempre, senza interruzione. Come è possibile farlo per chi ha tante cose da fare? Gesù non può avere chiesto di non preparare da mangiare, di non fare il nostro dovere, e neanche di non parlare con le persone, e di non occuparci di loro, anche perché in altri passi del Vangelo ce lo chiede, e ci dice anzi che il giorno del giudizio verremo giudicati sulle volte in cui lui ci ha chiesto da mangiare o da bere, quando siamo andati a visitarlo e a occuparci di lui.

E conclude:

La preghiera rende ogni gesto ordinario straordinario, abitato dall’eterno. Allora chissà quale valore segreto acquisteranno le nostre azioni ordinarie fatte con grande amore.
Chissà, anche raccogliere uno spillo con amore può salvare un’anima, diceva Santa Teresina. Solo un giorno scopriremo che valore avranno avuto i nostri gesti, magari anche quelli più semplici che forse abbiamo deprezzato o a cui non abbiamo data importanza.

E tutto questo diventi realtà anche per ciascuno di noi.