Festa a Borno per il cardinale Giovanni Battista Re: 83 anni, 60 dalla prima Messa. Una vita da pastore

Ottantatré primavere. Uno spazio di tempo sufficiente a caratterizzare e segnare in profondità, la Storia dell’Umanità. Questa la parentesi in cui il Cardinale Giovanni Battista Re racchiude parte del suo servizio alla madre Chiesa e alla Società multiforme che egli, attraverso la sua missione “diplomatica” e del suo impegno Pastorale, ha imparato a conoscere adeguando alla varietà delle connotazioni culturali, etniche, religiose e civili il suo metodo di Apostolo moderno, impegnato nel non lieve “sacrificio” della dedizione e, spesso, dell’abnegazione pro bono pacis per la Giustizia nel mondo. Dovunque sia stato a rappresentare il Papa e la Chiesa, l’alto prelato ha saputo e voluto lasciare un segno tangibile del Cattolicesimo vissuto e del contributo al miglioramento e ampliamento dei rapporti intersociali, nella prospettiva di conseguire l’effettiva convivenza pacifica pur nella varietà delle ideologie e dei credi religiosi. La sua collaborazione con il Papa è stata attiva e continua, in particolare come Sostituto della Segreteria di Stato, ha accompagnato il Santo Padre in numerosi viaggi apostolici in Italia e all’estero. Tant’è che, in occasione di una breve visita in Val Camonica, il 19 luglio 1998, Papa Giovanni Paolo II°, nel salutare la popolazione prima della recita dell’Angelus, si rivolse all’allora Monsignor Re chiamandolo «mio stretto, carissimo e fedelissimo Collaboratore».
Borno, un Comune della Val Camonica in provincia di Brescia, paese natio del Cardinale, festeggiando l’83° anno di nascita del suo illustre “figlio”, gli ha espresso, in concreto, una testimonianza di stima, di ammirazione, di gratitudine e di fraternità oltre i paletti consueti del protocollo.
Una dimostrazione di affetto che soltanto il proprio Campanile sa e riesce a manifestare nei confronti dei Figli che siano riusciti e riescano costantemente ad imprimere sui modelli esistenziali di ogni giorno l’immagine e le caratteristiche della Chiesa in cui si è compiuta, nella gioia partecipata, ogni tappa della Fede e dell’Amore per il Padre Celeste.
Le tappe più significative
Nato a Borno il 30 gennaio 1934, fu ordinato sacerdote dal Vescovo di Brescia, Monsignor Giacinto Tredici, il 3 marzo 1957. Dopo il conseguimento della laurea in Diritto canonico, presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, tornò nella sua diocesi, a Brescia, dove esercitò l’incarico di docente presso il locale seminario, nonché il ministero pastorale, come Vicario cooperatore, in una parrocchia di periferia. Avviato alla carriera diplomatica della Santa Sede, fu destinato come “addetto” alla Nunziatura Apostolica in Panama e, poi, trasferito alla Rappresentanza Pontificia in Iran. Successivamente prestò la sua opera nella Segreteria di Stato, come segretario particolare dell’allora Sostituto, monsignor Giovanni Benelli.
Quando fu consacrato vescovo da Papa Giovanni Paolo II°, il 7 novembre 1987, scelse il motto «Virtus ex alto», che ricorda la necessità dell’aiuto che viene dall’alto per poter realizzare qualche cosa di valido, in omaggio al Cardinale Benelli, il quale, a sua volta, lo aveva fatto proprio perché era il motto del Cardinale Elia Dalla Costa, Arcivescovo di Firenze, che lo aveva ordinato sacerdote.
Giovanni Battista Re, per undici lunghi anni, espletò l’incarico di Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato che, unitamente agli altri 17 compiuti nel precedente incarico, gli consentirono di acquisire un’ampia conoscenza della vita della Chiesa e delle problematiche del mondo.
Elevato alla Porpora Cardinalizia da Papa Giovanni Paolo II°, nel Concistoro del 21 febbraio 2001, fu nominato Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Sessant’anni di fulgore Pastorale e di impegno missionario
Sessant’anni: sembra ieri. Come in una rassegna cinematografica, il film delle conquiste sudate, delle tappe raggiunte, degli impegni consumati, delle sofferenze vissute, delle aspirazioni non tradite, porta l’anima, avvolta quasi in una nube di misteriosa contemplazione di rimorsi e delle gioie lungo il crinale del tempo compiuto, a inebriarsi di luce e di gratitudine verso Dio e verso gli uomini che hanno reso possibile, col calore del loro affetto, con la saggezza dei loro consigli il conseguimento di riconoscimenti destinati agli eletti, ai veri “soldati”, nell’eroismo dei quali si incarna il monito a vivere da santi nel rispetto assoluto dei compiti da onorare con tutte le proprie energie!
Ecco, il Cardinale è la sintesi dell’elaborazione cosmica del rapporto tra il Redentore e la pecorella “smarrita”, tra l’uomo incerto, spesso intristito dalla speranza delusa, e la missione da compiere.
Il Cardinale Re, colto, vivace, arguto Maestro di vita, è, dunque, una pietra miliare sul percorso cristiano, in cammino verso i traguardi indicati dal “sacrificio” dell’Amore di Cristo, consumato in croce sulla sommità d’un Calvario che torna, nella vita di ogni creatura umana, come impegno a praticare e vivere la fraternità nel nome del Salvatore. Sono questi, in sostanza, i motivi di riflessione, di chi scrive, che scaturiscono, spontanei, dalla celebrazione del traguardo di vita conseguito dall’alto porporato. Sono questi anche i sentimenti che caratterizzano i conseguenti auguri. Ad multos annos, Eminenza!

(*) L’autore dell’articolo Giancarlo Elia Valori è Presidente della merchant bank “La centrale Finanziaria Generale S.p.A.”
Presidente della “Cattedra sugli studi della pace, la sicurezza e lo sviluppo internazionale presso la Facoltà di relazioni internazionali della Peking University, nonché “professore straordinario” di economia e politica internazionale nello stesso Ateneo
Honorable dell’Académie des Sciences dell’Institut de France.