Maternità surrogata. Il cardinale Bagnasco: «Qualunque desiderio non deve diventare necessariamente un diritto»

“Qualunque desiderio, pur legittimo che ognuno può avere, non deve mai diventare necessariamente un diritto”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in merito alla decisione della Corte d’Appello di Trento che per la prima volta ha riconosciuto in Italia a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati all’estero grazie a maternità surrogata. Il cardinale, in un’intervista al Tg1 delle 13.30, ha ricordato che “il bene dei bambini richiede, secondo il buon senso universale, il papà e la mamma, quindi una famiglia, dove il papà e la mamma si integrano con armonia ed efficacia per il bene e per l’amore dei propri bambini”.

La notizia è arrivata ieri: per la prima volta è stata riconosciuta anche in Italia a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati negli Usa grazie a maternità surrogata. La decisione è stata presa dalla Corte d’Appello di Trento che con un’ordinanza ha disposto il riconoscimento di efficacia giuridica “al provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico”. Nell’ordinanza, che porta la data 23 febbraio, si stabilisce un “principio importantissimo”, come spiega il direttore del portale di studi giuridici di “Articolo 29”, Marco Gattuso, e cioè “l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all’estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell’ambito di un progetto di genitorialità condivisa”.

“È una giurisprudenza che supera la legge. Avevamo assistito nel dibattito pubblico e anche nella stessa legge sulle unioni civili che si era voluto espressamente escludere la ‘stepchild adoption’. La legge lasciava un po’ di libertà al giudice. I giudici si sa sono anche creativi e in questo caso lo sono stati fin troppo”. Lo ha detto il presidente di “Scienza & Vita”, Alberto Gambino, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando la sentenza con cui la Corte d’appello di Trento ha riconosciuto il legame genitoriale di due uomini con i bambini avuti negli Usa attraverso la maternità surrogata. La sentenza, ha aggiunto Gambino “la possiamo leggere come un caso di ‘stepchild adoption’. Ciò che si è voluto scongiurare con la legge sulle unioni civili sta rientrando dalla finestra con le sentenze dei giudici cioè la possibilità di ritenere padre un signore che è convivente del padre biologico. In Italia la legge sulle adozioni non lo consente neanche alle persone di sesso diverso. Quindi è un’evidente forzatura. La nostra legge sull’adozione lo consente soltanto nel caso in cui due persone siano sposate. In più in questo caso abbiamo saputo sullo sfondo che c’è una surrogazione di maternità. Quindi addirittura abbiamo di fronte la nascita di un bambino attraverso l’affitto dell’utero da parte di una donna. È uno sfruttamento aberrante”.

Foto Siciliani/Gennari Sir