Lettera aperta al sindaco. Le vorrei parlare dei “ricordi” degli amici cani sui marciapiedi della nostra città

Egregio sindaco Giorgio Gori,

su queste colonne si preferiscono di solito gli argomenti escatologici a quelli scatologici, ma la situazione è tale da permettere uno strappo alla regola. Mi rivolgo a Lei per una questione che riguarda il decoro della città e il grado di civiltà dei suoi abitanti, tema a cui spero non vorrà restare insensibile. Non so se Lei abbia il tempo di camminare per le vie di Bergamo, ma la situazione dei nostri marciapiedi è a dir poco nauseante: non c’è metro, di centro o di periferia, di città alta o di città bassa, che non sia costellato dei ricordi degli amici cani, i cui padroni considerano le strade della città come una pubblica latrina da impiegare, letteralmente, al bisogno. Non c’è marciapiede in cui si possa camminare a testa alta, non c’è via in cui non si debba fare un percorso ad ostacoli dall’alto coefficiente di difficoltà, con penose conseguenze in caso di piede in fallo.

Come capirà, egregio sindaco, si tratta di uno scenario poco edificante, tanto più se questo spettacolo va in scena in zone particolarmente delicate, come davanti alle scuole: le vie intorno all’elementare “Diaz”, tanto per citare un “quartiere bene”, sono un insulto al pubblico decoro, né va meglio per la centralissima via Paglia dove, giorni fa, ho visto in prima persona uno spettacolo osceno proprio davanti all’ingresso dell’asilo (o primaria dell’infanzia). Persino viale papa Giovanni XXIII, la prima via in cui qualunque turista si incammina dalla stazione, presenta una situazione analoga. Lei, egregio sindaco, mi chiederà a questo punto: è colpa dell’amministrazione comunale se molti padroni dei cani sono incivili? Certamente l’amministrazione non è colpevole, ma il sospetto è che sia complice, visto che, a quanto mi risulta, fa poco o nulla per cambiare la situazione.

A Torre Boldone il sindaco ha di recente firmato una sacrosanta ordinanza che prevede multe fino a 720 euro per chi fa sporcare i propri cani; a Cisano il primo cittadino, pizzicando una donna sprovvista di apposito sacchetto, ha provveduto a contattare la polizia locale. Nel capoluogo invece che si fa? La polizia locale, giustamente solerte, come abbiamo letto, nel sanzionare chi si avventura illecitamente nelle zone a traffico limitato, non mi pare altrettanto attiva nel settore del decoro urbano. Perché l’amministrazione comunale non promuove un “giro di vite”, come usa dire adesso, contro gli imbrattamarciapiedi seriali (non i cani, ma i proprietari)? Perché, di comune accordo con la polizia locale, non annuncia una lotta senza sconti contro quella che rimane una forma di profondo menefreghismo per la pulizia e l’ordine della città? Personalmente frequento tutti i giorni Milano, realtà metropolitana che, con tutto il rispetto per la Sua giunta, egregio sindaco, presenta grattacapi un po’ più gravi della città di provincia, eppure i marciapiedi sono indubbiamente più puliti e meno insidiosi (e non parlo di via Montenapoleone o di via Manzoni, ma della zona della stazione Centrale…).

Il problema, tra l’altro, è di lunga data qui a Bergamo: già anni fa la questione fu sollevata sulla stampa locale, ma la giunta di allora (nella persona dell’assessore all’ambiente Amorino), dopo un sopralluogo nelle zone incriminate, ebbe a replicare che la sporcizia era solo negli occhi di chi la denunciava, essendo i nostri marciapiedi lindi come quelli svizzeri; allora la giunta si coprì di ridicolo, ma la questione si chiuse lì. Che dire, egregio sindaco? C’è da augurarsi che la vista della giunta attuale sia un po’ più acuta.

                Fabio Gatti