Hanna: a Roma con 60 giovani di tutto il mondo per il Servizio di Volontariato Europeo

Torna la nostra rubrica #Vieniviaconme che racconta esperienze dei giovani del Servizio di Volontariato europeo, in collaborazione con Aeper. Hanna Marte, volontaria arrivata a Bergamo dall’Austria, che sta collaborando ai progetti dedicati ai minori di Aeper, oggi racconta una settimana straordinaria di formazione con altri 60 giovani di tutto il mondo, tutti in Italia per lo Sve. Culture diverse a confronto, molti modi per essere «volontari» e per crescere.

La formazione all’arrivo è un incontro che coinvolge tutti i volontari del Servizio di Volontariato Europeo (Sve) all’inizio della loro esperienza in un altro paese. Di solito dovrebbe svolgersi nel primo mese di permanenza all’estero, ma alla fine, tra un impegno e l’altro, ci sono andata dopo cinque mesi. Prima mi lamentavo sempre che non avevo tempo e che mi sentivo già abbastanza a mio agio. Ne sapevo poco….

Prima di tutto la formazione si è svolta a Roma. Probabilmente è la città più incredibile che abbia mai visto. Sono rimasta così colpita da tutti gli edifici e dai monumenti. Purtroppo non c’era abbastanza tempo per scoprire la città, perché abbiamo avuto un programma molto intenso tutti i giorni. Ogni mattina c’era un corso sullo SVE – diritti e doveri, c’erano corsi di apprendimento interculturale, gestione dei conflitti, seguiti da un pomeriggio di lezioni di italiano intensive. L’intera settimana si è tenuta in italiano e dato che alcune persone non sapevano l’inglese alla fine abbiamo parlato in italiano anche nel nostro tempo libero. E quella era davvero la cosa più divertente perché eravamo tutti più o meno allo stesso livello, usavamo più o meno le stesse parole e cercavamo di aiutarci a vicenda nelle difficoltà. Certamente parlando con altri stranieri è molto più facile che con gli italiani!

Hanno partecipato a questo percorso di formazione 60 volontari provenienti da tutto il mondo impegnati in diversi progetti di volontariato internazionale in tutta Italia. Così, naturalmente, anche se le giornate erano piene e trascorrevano velocemente abbiamo avuto la possibilità di fare festa e di uscire la sera per poterci conoscere meglio. Il sonno, quindi, non è stata la nostra priorità durante quella settimana. Ma non importa, perché ci siamo divertiti moltissimo.

Ho davvero pensato che mi sto ambientando bene e in qualche modo è vero, comincio a parlare la lingua, mi sento a mio agio in Italia, so già molto sulla cultura e ho trovato alcuni amici italiani. Ma durante questa settimana mi sono resa conto che non ho mai avuto la sensazione di essere un volontario. Mi sono sentita di più come una persona qualunque che sta lavorando in Italia per un anno. Ora, dopo questo allenamento  intensivo e dopo aver incontrato tante persone ed essere entrata nella rete dei volontari ho acquisito più consapevolezza che questo progetto in cui sono impegnata è importante. Per ora sono felice di aver incontrato tante persone come me che condividono in qualche modo le stesse esperienze e problemi, e sto già pensando alla formazione successiva. Spero di fare in tempo 😉