Siria: “I giovani, nonostante la guerra, cercano di vivere una vita normale”. Il contributo di Caritas Italiana

Dallo studio di Caritas Siria e Caritas Italiana, presentato il 14 marzo a Roma, emerge anche una fotografia di giovani siriani che, nonostante la guerra, cercano di vivere una vita il più normale possibile, al pari di molti loro coetanei. Il loro impegno si concretizza, soprattutto, in attività sociali in favore dei giovani che coinvolgono il 64,4% degli intervistati (in gran parte volontari), mentre il 30,3% è impegnato in attività di “orientamento e consapevolizzazione dei giovani”. Anche le attività legate all’animazione ed educazione religiosa, che vedono impegnati il 55,3% degli educatori, raccontano una generazione che non rinuncia ai propri valori, alle tradizioni e alla spiritualità. Nonostante le problematiche dovute al conflitto, non mancano attività di “promozione della pace e della nonviolenza”, che vedono coinvolto il 13,6% degli intervistati. Le priorità dei giovani siriani sono la scuola e l’università (95,1%), i corsi professionali (91,7%), lingue straniere (89,7%), creazione posti lavoro (88,8%), assistenza disabili (80,2%), educazione sessuale (71,3%). La ricerca, senza indagare elementi politici o di parte, ha cercato di capire chi tra i vari attori coinvolti sul campo (organizzazioni, Ong, associazioni, ecc.) viene percepito più vicino ai giovani, in termini di aiuto diretto verso i loro bisogni. Tra tutti, le agenzie delle Nazioni Unite sono risultate al primo posto, riconosciute dal 47,7% del campione. Al secondo posto le organizzazioni-associazioni siriane, con il 37,9%. Non stupiscono i dati sulle istituzioni pubbliche, sia locali sia nazionali, tra cui la scuola, tutti purtroppo molto bassi, rispettivamente il 12,9%, il 7,6% e 16,7%. Il quadro che emerge dallo studio è quello di una generazione che non si vuole perdere nonostante il contesto drammaticamente difficile, ma che tenta di reagire, di recuperare per quanto possibile una normalità. Una generazione, soprattutto, che non vuole essere lasciata sola, che chiede un aiuto per recuperare il proprio futuro, soprattutto attraverso la formazione e l’educazione. Da qui l’appello della Caritas: “I giovani, con le loro competenze ed energie, non dovranno essere abbandonati alla gravosa responsabilità di fermare la violenza e ricostruire un Paese. Solo grazie ai giovani, la nonviolenza potrà finalmente tornare a sbocciare nella sofferente nazione siriana, come un fiore tra le macerie”. Attiva nella collaborazione con le Caritas nazionali della regione fin dalle prime avvisaglie della crisi siriana (2011) Caritas Italiana partecipa alla struttura di coordinamento che la rete Caritas organizza nelle emergenze maggiori (Syria Working Group) e sostiene una “cellula d’appoggio” a Caritas Siria. Finora da Caritas Italiana circa 2,5 milioni di euro sono stati messi a disposizione delle diverse Caritas della regione coinvolte dalla crisi, in particolare di Caritas Siria. A partire dal 2014, grazie anche a un contributo Cei di un milione di euro, è stato possibile sostenere attività di emergenza di base (distribuzione di viveri e medicine e contributi per alloggi) nelle regioni di Aleppo, Hassaké e Damasco. Un altro sostegno importante è andato alle scuole, come ad Aleppo e Damasco, a vantaggio di più di 2.000 bambini. Un rapporto di collaborazione particolare è in corso con la Caritas regionale di Homs, che Caritas Italiana sostiene finanziariamente da tre anni, con un contributo di circa 200mila euro l’anno, per un ampio progetto di aiuti di urgenza.