Papa Francesco e l’impegno green: in dono per l’ottantesimo compleanno un’auto elettrica

Papa Francesco e l’impegno green. Da sempre sensibile alle problematiche ambientali, d’ora in poi per tutti i normali spostamenti si servirà di un’auto elettrica ricevuta in omaggio per il suo ottantesimo compleanno. L’auto donata a Bergoglio dal gruppo tedesco Wermuth Asset Management GmbH e dalla piattaforma integrata per la gestione della mobilità elettrica DriWe, è una Nissam Leaf bianca dotata di un pannello fotovoltaico, per tenere l’abitacolo fresco durante la sosta, e di un sistema di ricarica intelligente con gestione da smartphone capace di fare un pieno di energia in circa un’ora.

Nel giugno del 2015 Papa Francesco nella “Laudato Sì”, l’enciclica sulla cura della casa comune, scriveva che “è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile”. Dunque, proseguiva il Santo Padre “la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti, specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio”.

Usando l’auto elettrica per i suoi normali spostamenti, per i tragitti a rischio il Santo Padre continuerà a viaggiare in papamobile, Bergoglio dimostra di passare dalle parole ai fatti, diventando, di fatto, testimonial dell’impegno green. Infatti, la Nissan Leaf bianca è il primo tassello di un progetto che punta a far diventare lo Stato della città del Vaticano (con una superficie di 44 ettari e 572 abitanti), uno Stato interamente green, verde. «Uno dei primi progetti a partire sarà proprio quella di una conversione elettrica della flotta di veicoli della Santa Sede» ha precisato Luca Secco, ceo di DriWe, società che si occupa della piattaforma integrata per la gestione della mobilità elettrica.

Se già il predecessore di Bergoglio, Benedetto XVI, aveva fatto installare sul tetto dell’Aula delle udienze, progettata dall’architetto Pier Luigi Nervi, 2.400 moduli fotovoltaici per produrre energia pulita, in questi giorni la Pontificia Accademia delle Scienze ha convocato un workshop, aperto ai rappresentanti delle varie religioni, sul tema del diritto all’acqua. Secondo i dati delle Nazioni Unite, circa 750 milioni di persone non dispongono di acqua potabile e il cambiamento climatico sta peggiorando la situazione della nostra “casa comune”. Perciò il Vaticano ha appena lanciato un pacchetto di interventi contro la desertificazione in Sahel.

Senza ombra di dubbio l’enciclica ambientalista di Bergoglio, il cui caposaldo è che “il clima è un bene comune, di tutti e per tutti”, si sta rivelando per credenti e non credenti il punto di riferimento per il discorso ecologico dei prossimi anni, anzi forse decenni. Ha sorpreso l’audacia con la quale Francesco in quelle pagine abbia insistito sullo stretto legame tra problemi sociali e ambientali, scrivendo che “un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale” che deve “ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. Bergoglio ha voluto che la “Laudato si’”, venisse pubblicata nel giugno del 2015 per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto i leader mondiali che si sarebbero riuniti a Parigi nel dicembre successivo nel vertice sui cambiamenti climatici (COP21). Se l’enciclica ha dato una spinta positiva alla conclusione del vertice Onu di Parigi sul clima accelerando i cambiamenti all’interno della Chiesa, possiamo solamente immaginare l’impatto positivo che possa dare agli abitanti del Pianeta vedere Papa Francesco salire a bordo della sua auto elettrica.