Ricerca del bene comune, attenzione alle fasce più deboli della popolazione, accoglienza e integrazione dei migranti, adesione al progetto europeo, impegno ecologico. Sono questi i punti che devono caratterizzare l’operato del nuovo presidente della Repubblica e ad elencarli è il segretario generale della Conferenza episcopale di Francia, monsignor Olivier Ribadeau Dumas. La nota è stata diffusa in tarda serata alla luce dei primi spogli delle schede elettorali che danno al ballottaggio in Francia, tra due settimane, il candidato indipendente Emmanuel Macron e la leader del Front National Marine Le Pen al 21,4%. Nella nota, il segretario generale ricorda che la Chiesa non chiede mai di “votare per uno o l’altro candidato ma, ricordando le poste in gioco delle elezioni, desidera dare elementi di riflessione e discernimento”. Il primo appello dei vescovi è che “la nostra democrazia non si trasformi in una società violenta”. Da qui un fermo monito ai candidati affinché favoriscano “un vero dibattito nazionale” e si astengano “da atteggiamenti aggressivi, slogan ad effetto e ambizioni personali”. Un dibattito – scrivono i vescovi –  nel quale possono giocare un ruolo decisivo anche i media evitando qualsiasi deriva verso l’“isterismo”. La nota a questo punto elenca alcuni temi che stanno a cuore all’episcopato francese. Mons. Dumas pone da subito un interrogativo: “Quale società vogliamo costruire? A quale progetto di società possiamo aspirare?”. E la risposta dei vescovi cattolici è: “La dignità della nostra società si riconosce dal rispetto dei più deboli dei suoi membri, dall’inizio della loro vita sino alla loro fine naturale”. “Una società viva – scrive Ribadeau Dumas – riposa necessariamente sulla ricerca del bene comune e la messa in opera di mezzi di solidarietà efficaci”. Significa concretamente che lo Stato deve prendersi cura “dei più poveri, delle persone anziane, delle persone portatici di handicap, dei disoccupati. Trascurare i più fragili significa dividere la società”.

Altro punto caldo di queste elezioni presidenziali sono i migranti. La posizione della Chiesa francese anche su questo tema è chiara: “L’aumento del fenomeno migratorio, dovuto a molti fattori, è un dato di fatto, non una controversia. Dinanzi a Paesi che accolgono milioni di rifugiati, come può il nostro Paese tirarsi indietro di fronte alla prospettiva di accogliere e integrare decine di migliaia di queste vittime? Il nostro impegno per la solidarietà non può essere ridotto al quadro ristretto del nostro Paese”. Da qui l’invito dell’episcopato francese all’Europa perché si impegni “con coraggio in politiche di accoglienza” e attui “programmi di sostegno nei Paesi di origine dei flussi migratori”. A questo proposito, la Chiesa cattolica di Francia si schiera per un sì deciso all’Europa. “Occorre – scrive Ribadeau Dumas – favorire una vera adesione dei popoli europei al progetto europeo” promuovendo una maggiore pratica della “sussidiarietà” in cui ciascuno (Stati ed Europa) esercitino le proprie responsabilità e funzioni che le competono”. La nota si conclude con un accenno all’impegno sul piano ecologico, invitando “urgentemente” a rivedere i modelli di consumo per la costruzione di un “mondo meno distruttivo e più giusto”.