L’appello della rete della Pace di Bergamo: facciamo sentire la nostra voce per fermare i conflitti

La rete della pace di Bergamo ha diffuso in questi giorni un appello a tenere alta l’attenzione sui conflitti internazionali, e a impegnarsi anche con piccoli gesti, a diffondere la cultura della non violenza e della non aggressione. “Chiediamo a tutti – si legge – di tornare ad esporre la bandiera della Pace fuori dalle case private, ma anche dagli edifici pubblici per tornare a farci vedere oltre che sentire”. La rete chiede inoltre ascolto anche al mondo politico bergamasco: “Chiediamo ai Parlamentari bergamaschi di volerci incontrare per discutere con noi dell’attuale politica militare del nostro Paese. Le affermazioni del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, alcune delle quali riportate nell’appello di Alex Zanotelli, destano in noi molta preoccupazione”.

La rete è formata da numerosi movimenti e associazioni di diverso orientamento e appartenenza: Acli, Amandla, Arci, Auser, Caritas, Cgil, Cisl, Comunità Ruah, Donne in nero, Fondazione Serughetti La Porta, Gocce per l’Africa, Il Seme, Libera Bergamo, Proteo, Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo, Upf, Coordinamento provinciale bergamasco degli enti locali per la pace. Insieme hanno deciso di sottoscrivere e di diffondere questo appello: “Sulle guerre in corso nel mondo – in particolare su quella in Siria che in sei anni ha prodotto 500.000 morti e 12 milioni di rifugiati o sfollati – sembra sia stato messo in atto un programma di disinformazione totale: molte versioni su chi ha fatto bombardamenti chimici e non, su chi ha tentato colpi di stato o li ha fatti, su chi ha commesso atrocità di tutti i generi.

Molte false informazioni sono state dimostrate tali, altre informazioni hanno confermato gli autori degli spargimenti di sangue e altre ancora hanno addirittura migliorato la performance dei titoli energetici o della finanza internazionale.

Come sottolineato anche nel comunicato diffuso il 7 Aprile dalla Rete della Pace nazionale, a cui il nostro coordinamento fa riferimento, “…l’attacco missilistico americano contro le postazioni militari del regime di Bashar Al Assad, decise ed eseguite nella notte scorsa dal Presidente Trump, rappresentano e confermano la irresponsabilità e l’assenza di una strategia politica internazionale che circonda la crisi siriana. L’utilizzo di armi chimiche nel conflitto siriano sia da parte del regime di Assad che da parte dell’ISIS, purtroppo non è una novità.”

La politica della disinformazione e della divisione non ci fa capire quanto accade, questo ha generato disorientamento e – come scrive Alex Zanotelli nell’ Appello ai signori della guerra – il “quasi silenzio” del movimento italiano per la pace.

Riteniamo necessario che il movimento per la pace riprenda a far sentire la sua voce nei confronti del Parlamento e del Governo italiano, richiamando tra i principi base della nostra Costituzione l’art. 11 in particolare, nonché la Legge 185/1990 che viene sistematicamente disattesa con “ la vendita di armi italiane a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati” (Zanotelli).

Ma siamo anche cittadini europei e pertanto riteniamo necessario fare appello al Parlamento europeo perché rimetta al centro della sua politica l’obiettivo dei padri fondatori della UE: la pace attraverso l’integrazione e quindi verso una vita senza guerre.

E’ un appello affinché la UE recuperi il potere di influenzare i potenti del mondo nella ricerca della via della pace e ritrovi il significato della solidarietà al di là della mera affermazione teorica in favore dei diritti umani”.