Dopo le elezioni francesi. I vecchi schemi destra/sinistra sono finiti

Foto: Emanuel Macron, il vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali francesi

Che fine fanno gli schieramenti e le categorie classiche di destra e sinistra, dopo il primo turno delle elezioni francesi? Secondo molti commentatori: destra/sinistra sono finite. In effetti, il terreno è cosparso delle macerie della vecchia destra gaullista e della sinistra socialista. Bernard Lévy ne già ha già stilato l’atto di morte sul Corriere della sera.

Destra e sinistra si mischiano

Al loro posto, un’altra polarizzazione: una destra nazionalista, con qualche striatura nostalgica di Vichy, e una sinistra nazionalista, antieuropeista. In centro, ma davanti a tutti, Macron: una sinistra liberale e europeista, che, tuttavia, resta un ossimoro per gran parte della sinistra tradizionale. I linguaggi della destra e della sinistra sembrano mischiarsi come negli anni ’30, quando giovani e ambiziosi intellettuali di sinistra aderivano al fascismo o all’Action française, scontenti del fallimento con cui la sinistra del tempo aveva affrontato la crisi del ’29; quando i nazisti si chiamavano nazional-socialisti e parecchi militanti comunisti e socialisti cominciarono a marciare dietro le bandiere rossobrune, in nome della comune lotta alla finanza mondiale ebraica, al cosmopolitismo ebraico, per la purezza del legame stato-nazione e per la difesa dei proletari: di quelli che oggi Marine Le Pen definisce “gli umili” e “gli invisibili”.

Qualche dato e qualche data per capire

Tuttavia, proprio uno sguardo di lunga durata consente una percezione più realistica. Intanto, la polarizzazione “Destra”/”Sinistra” esiste quale denominazione politica solo in quanto esistono orientamenti socio-culturali nella società, che si esprimono e si collocano nella topologia politica in modo variabile. Per fare un esempio: il nazionalismo/irredentismo mazziniano era di sinistra; oggi non più. Il nazionalismo antiasburgico di marca democratico-repubblicana dei Paesi dell’Est era di sinistra. Oggi non pare. La dittatura di Cromwell nasce a sinistra, nella chiesetta di Putney nel 1647. Gli Whig sono di sinistra, i Tory di destra. La sinistra erano i liberali, prima di Marx; dopo, i liberali Whig si trovarono a destra… Nella storia delle società delle culture e della politica il valzer delle categorie destra/sinistra è lento, ha ritmi secolari.

Le vecchie dinamiche al tramonto

Che succede, oggi, con il nuovo secolo? Vanno ad esaurimento le dinamiche e le polarizzazioni innescate nel secondo dopoguerra. Sinistra erano sostanzialmente socialisti/socialdemocratici e comunisti. Al di là delle incasellature ideologiche dei comunisti europei, era lo Stato sociale nazionale il denominatore comune delle sinistre: dalla culla alla tomba. La destra era più o meno liberale, più moderata quella tedesca, più dura quella inglese, più “compassionevole” quella dei Bush rispetto al primo Reagan. Quanto al governo dell’economia, la sinistra europea era più keynesiana e interventista, la destra era “più mercato/meno Stato” e più global.

Oggi la società è cambiata

Perchè, ora, la destra è diventata nazionalista, statalista e interventista e la sinistra è diventata europeista, globalista e liberale? Il fatto è che la storia del mondo è andata per conto proprio, trascinata da potenti innovazioni tecnologiche (dai computer, ai cellulari alla Rete, alle biotecnologie…), che hanno innescato trasformazioni sociali e culturali profonde. L’antico proletariato è diventato “lavoratori” e costoro si sono frammentati, rispecchiando una nuova struttura della produzione.

La produzione e la finanza hanno bucato le frontiere nazionali: allo Stato nazionale è rimasto sul gobbo un Welfare costoso, ma i soldi per finanziarlo e per redistribuire, almeno un poco, hanno preso strade oltre frontiera. E non esiste, a tutt’oggi, un’autorità mondiale in grado di restituire ai singoli stati la ricchezza fuggita. Lo Stato nazionale si è ritrovato più povero e sempre meno padrone sul proprio territorio. Sono scappate le ricchezze, ma sono arrivati migranti dai focolai di guerra e di crisi del mondo.

Il sogno di aggirare la classe politica

I cittadini/elettori hanno incominciato a dubitare dell’efficienza/efficacia e credibilità della democrazia liberale e rappresentativa. La stessa reazione in Europa si è avuta dopo la crisi del ’29. Se la classe politica è impotente, perché non provare ad aggirarla? Serve la democrazia diretta a prestazione immediata – i computer lo consentono – o un uomo forte, che decida in fretta. Su cosa? Sul ritorno di poteri allo Stato nazionale. Perciò la destra storica e la sinistra storica sono andate in crisi. Costruite sull’Welfare – minimo a destra, massimo a sinistra – e sulla democrazia liberale, sui ceti medi  o sui lavoratori, hanno visto andare in frantumi i propri pilastri socio-culturali e istituzionali.

Le nuove forze e i nuovi protagonisti

Dalle macerie sono emerse forze nuove: a destra Trump, Farage, Le Pen, Orban, Salvini. La sinistra si è spaccata: quella tradizionale di Sanders, Corbyn, Mélenchon, Podemos, D’Alema, Bersani e della sinistra radicale da una parte; dall’altra una sinistra liberale, europeista, globalista: Renzi in Italia, Macron in Francia. La socialdemocrazia tedesca, che fino ad ora ha confermato solo in parte la diagnosi fatale di Ralf Dahrendorf sulla “fine del secolo socialdemocratico”, pare essere al riparo, nonostante la ormai vecchia scissione della “Neue Linke”. Con un corollario polemico, a sinistra: quella tradizionale accusa quella nuova di aver tradito, di essere “di destra” o, nell’ipotesi migliore “di centro”. Ma polemico anche a destra: secondo Salvini e Meloni, la destra liberale di Berlusconi è complice di classi dirigenti fallimentari e vigliacche.

Non è questa l’occasione per discutere sui fondamenti dell’illusione nazionalista e sovranista né, tampoco, tentare di delineare quali siano le alternative.

Basterà, qui, prendere atto, che destra e sinistra continuano ad esistere: hanno solo fatto un trapianto di cervello e di cuore. Chissà quale canzone scriverebbe oggi Giorgio Gaber!