Una catechista: alcuni miei bambini non sanno fare il segno di croce. Forse non ha più senso parlare di presenza cristiana nella società

Riunione di catechisti. La catechista che accoglie i bambini di seconda elementare riferisce che diversi bambini non sanno fare il segno di croce. Secondo te, che fine sta facendo la presenza cristiana nella nostra società? Gianna

Stiamo diventando il piccolo “resto”

La presenza cristiana nella nostra società, cara Gianna, sta via, via assumendo le peculiarità evangeliche del piccolo seme o del piccolo “resto” di Israele. La disaffezione ai valori cristiani, non più fondanti l’odierno stile di vita, e la secolarizzazione della nostra cultura hanno trasformato il cristianesimo in una religione di “minoranza”. Lungi dal considerare la nostra fede come il valore per eccellenza, capace di dare qualità alla vita, nonostante le sue inevitabili fatiche e ambiguità, e come il bene più grande e prezioso da tramandare, in eredità, da padre in figlio, l’abbiamo relegato spesso a pratiche più o meno fredde e sterili che hanno scarsa incidenza sulla vita concreta e che generano tristezza e disorientamento.

Papa Francesco nell’Evangelii Gudium afferma:

Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene.

Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto.

La vita cristiana nella nostra società è, perciò, messa a dura prova. Le sfide che il discepolo del Signore è chiamato, oggi, ad affrontare nel suo nome, sono innumerevoli e abbracciano ogni ambito dell’esistenza dei singoli e della comunità: dalla scienza alla politica, dall’economia alla cura e alla custodia del creato… Occorre molto coraggio e audacia per continuare a testimoniare il Vangelo con franchezza!

Possiamo entrare nel mondo come lievito, silenziosamente

Ne risulta che la vita di fede e l’apertura a Dio sono, concretamente, divenute risposte personalissime e libere di coloro che, avendo vissuto una forte e autentica esperienza di incontro con Dio nel loro quotidiano, si sforzano, con la semplicità della loro vita, di renderlo visibile e credibile. Come un pizzico di lievito, essi sanno entrare, senza fare rumore, nella pasta del mondo per fermentarla interamente secondo i valori evangelici. La loro testimonianza silenziosa, coerente, coraggiosa e autentica, si rivela, così, l’antidoto efficace che contrasta il processo di secolarizzazione. Annuncia l’amore del Padre e il suo desiderio di vivere in comunione con ciascuno di noi e semina il Vangelo in ogni ambito dell’esistenza.

Il Vangelo può tornare a illuminare

In tal modo, il cristianesimo rinvigorisce, ritornando ad essere significativo per l’uomo contemporaneo, il cui cuore è chiuso e smarrito. La fede in Dio rivelatosi in Gesù, purificata dalle incrostazioni del passato e irrobustita dalla forza dei numerosi martiri, può tornare, ancora oggi, a risplendere nella notte del mondo e ad essere, come ai suoi albori, voce profetica che inquieta e muove a conversione.