Bergamondo 10 anni dopo. Il «mondiale di calcio» in salsa orobica, sul campo calciatori di 20 nazionalità

Sono passati dieci anni esatti dall’avvio del Torneo Bergamondo, il mondiale di calcio in salsa orobica per stranieri residenti in Bergamasca. Domenica 14 maggio, su cinque campi di città e hinterland, prenderà il via l’undicesima edizione.

Nonostante l’acuirsi di fenomeni sociali come la crisi economica, una nuova ondata migratoria presentata da politica e media con toni apocalittici e il conseguente innalzamento del sentimento di rifiuto verso l’altro, Bergamondo rimane un’iniziativa attesa, sentita e partecipata da migliaia di persone.

I motivi sono diversi, ma il principale è senz’altro che Bergamondo, più che una competizione calcistica, è una rara occasione di incontro e aggregazione per stranieri e non solo. Il linguaggio semplice dello sport unisce e rilassa, predisponendo all’incontro con l’altro. Non è un caso che, in dieci edizioni, non ci siano mai stati scontri o problemi tra tifoserie, come talvolta accade negli stadi di tutto il mondo.

Per la popolazione d’origine straniera (molti dei giocatori e dei tifosi sono diventati ormai cittadini italiani), il Torneo Bergamondo rappresenta la possibilità, una volta all’anno, di esprimere la propria identità, incontrando le persone dello stesso Paese emigrate a Bergamo, parlando la lingua madre ed esibendo tutte quelle caratteristiche della propria cultura. Iniziative simili e meritevoli non mancano in Bergamasca, però Bergamondo è l’unica che riesce ad aggregare duemila persone di più di 20 nazionalità in una domenica pomeriggio di primavera. Attenzion: non si può pensare di fare integrazione attraverso Bergamondo. L’integrazione, infatti, deve avvenire, e in realtà già avviene, durante tutto l’anno nei campionati del Csi (e delle altre federazioni), dove giocatori d’origine straniera giocano nella stessa squadra con giocatori italiani. Il Torneo rimane un evento speciale, dove esprimere la propria identità, conoscere le origini dei “nuovi” italiani ed essere l’esempio di come si possa costruire, in armonia e rispetto delle differenze, una Bergamo realmente multiculturale, plurilinguistica e plurireligiosa.

Dal punto di vista sportivo, quest’anno partecipano 20 squadre: Brasile, Serbia, Sierra Leone, Costa d’Avorio (girone A), Colombia, Ucraina, Burkina Faso, Gambia (girone B), Perù, Romania, Ghana, Camerun (girone C), Bolivia, Albania, Guinea, Senegal (girone D), Ecuador, Moldavia, Marocco, Nigeria (girone E). Primo match domenica 14 maggio, finalissima prevista il 18 giugno.

Il Burkina Faso, vincitore nel 2015 e nel 2016, è la squadra da battere. Fari puntati anche su Senegal (cinque vittorie in dieci edizioni) e Brasile (due successi). Il Torneo Bergamondo è promosso da L’Eco di Bergamo, organizzato dal Csi con il supporto di Credito Bergamasco, Cisl e Fondazione della Comunità Bergamasca. La cronaca delle partite si può seguire su L’Eco di Bergamo e nelle pagine del Csi.