Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, è il nuovo presidente della Cei

Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, è il nuovo presidente della Cei. La notizia è stata comunicata dal card. Angelo Bagnasco al termine della Messa nella basilica vaticana. «E adesso – le parole di Bagnasco – ho l’onore e il piacere di comunicare che il Santo Padre ha nominato il cardinale Bassetti presidente della Conferenza episcopale italiana».
Uno scout sempre con lo zaino pronto per andare là dove la Chiesa, lo Spirito, lo chiama. Così il cardinale Gualtiero Bassetti, appena scelto da Papa Francesco come nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, si racconta, in un’intervista rilasciata al settimanale cattolico regionale dell’Umbria, “La Voce”, e rilanciata dal Sir. A 75 anni, si è presentato di nuovo con lo zaino dal Papa, che però invece di accettare la sua lettera di dimissioni ha prorogato il suo mandato alla guida dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, “donec aliter provideatur”. E oggi, dunque, affidandogli il suo nuovo incarico, Francesco ha provveduto diversamente. L’immagine dello zaino, nell’intervista, ritorna anche in una frase di don Primo Mazzolari: “Quando tu sei stanco nel cammino e butti in terra lo zaino, perché non ce la fai più a portarlo, e ti accasci sul tuo zaino, la Chiesa è l’ambulanza che ti raccoglie”. Nel citarla, il cardinale la definisce un’immagine perfetta della Chiesa di Papa Bergoglio: “Una Chiesa abitata dalla gioia di condividere il Vangelo, sempre guardando il volto di Cristo e china sull’uomo. China sull’uomo perché la Chiesa è un ospedale da campo”.
“Interessarsi ai problemi della gente, e questo me lo ha insegnato tanto il Papa, senza una profonda dimensione spirituale non servirebbe a niente”. Lo dichiara il cardinale Gualtiero Bassetti, appena scelto dal Papa alla guida della Cei, in un’intervista rilasciata al settimanale cattolico regionale dell’Umbria, “La Voce”, e rilanciata dal Sir. Nell’intervista, Bassetti parla anche della speranza: quella cristiana “l’ho capita fino in fondo in un piccolo paese della Valnerina quando ho detto ‘com’era bello il vostro paese’ e un uomo m’ha preso per la mano e m’ha detto ‘no, il nostro paese è bello’”. “Lui – rileva l’arcivescovo – è dalla parte della speranza perché non si ferma a un desiderio, non si ferma a un sogno ma fa sì che il suo sogno sia come il sogno di Dio, perché Dio quando sogna opera sull’uomo. Quindi la speranza ti porta non soltanto a sognare, a progettare, ma ti porta ad operare. Bisogna intanto noi credere in questa speranza, farcene testimoni e apostoli e al tempo stesso infonderla. Nella Bibbia Dio dice: ‘Io faccio nuove tutte le cose, ma non ve ne accorgete?’. Il progetto di Dio è come una freccia: noi non ce n’accorgiamo ma arriva sempre a destinazione”.