Col Papa o con la Madonna?

Un  veggente mi parla delle sue apparizioni mariane

Un “veggente” anni fa venne a dirmi delle sue visioni mariane, chiedendomi che cosa ne pensavo e se accettavo di fargli da consigliere spirituale. Io, un po’ bruscamente, lo ammetto, gli risposi che avrei accettato a due condizioni. Prima: che mi permettesse di starmene fuori totalmente da ciò che vedeva e da ciò che sentiva. Seconda: se ammetteva che tra i suoi seguaci non mancavano i fanatici, i miracolisti e, comunque, i sensazionalisti.

In particolare sul secondo punto egli riconobbe che avevo ragione, anche se egli diceva che stava molto attento a questi disturbatori del clima che circondava le “apparizioni”. “Ecco – gli dissi – noi pastori, vescovi e parroci, in presenza di asserite ‘apparizioni’, è di questo, innanzi tutto, che ci preoccupiamo. Questo può alterare tutto, infatti, sia il racconto dei fatti che il giudizio sugli stessi”.

Ma c’è un altro punto che deve preoccupare tutti in materia di apparizioni. Nella professione di fede di tanti devoti, i messaggi mariani son messi frequentemente prima del Vangelo, e molto prima dei pronunciamenti del magistero della Chiesa.

Messaggi mariani, Vangelo, magistero

Se i messaggi delle apparizioni sono ritenuti più importanti del Vangelo e del Magistero del Papa e dei Vescovi, è molto facile che, in caso di contrasto tra Messaggi, Vangelo e Magistero, vengano a crearsi delle divisioni nella Chiesa.

Ne abbiamo avuto una prova recentemente, quando il Papa Francesco ha avuto espressioni innegabilmente forti, ma dovute, sui messaggi di Medjugorje. Un lettore di Avvenire (un religioso!) scrive al Direttore in questi termini:

Preferirei che il Santo Padre tenesse per sé certe espressioni come “la Madonna postina”, che non offendono certo la Madonna, ma offendono quanti credono nei messaggi di Medjugorje, ai quali cercano anche di adeguare la propria vita. Si tratta in ogni caso di messaggi né eretici né negativi, e, anche se si trattasse non di rivelazioni, ma di semplici locuzioni interiori, non fanno certamente male. Ciò che mi fa più male è l’amplificazione che il vostro giornale dà anche a queste espressioni, e in genere a tutte le espressioni del Papa, senza alcun senso critico, senza la capacità di dare voce a chi non si allinea al pensiero papale.

Possiamo star certi che il diavolo, il “divisore”, ha gongolato per i semi di divisione della Chiesa che ci sono in un intervento come questo, che, si noti, viene da un religioso.

La giornalista di Avvenire Marina Corradi gli risponde tra l’altro:

Prescindete per un momento dalla verità o meno delle apparizioni e dei messaggi di Medjugorje, sui quali la Chiesa ufficialmente non si è ancora pronunciata. Pensate per un attimo di dovere farne a meno. Crollerebbe, in questo caso, il mondo, per voi? Voglio dire, la vostra fede è fondata sul Vangelo e ancorata a Pietro, la roccia, vicario di Cristo in terra e capo della Chiesa, o su cos’altro?.

In altre parole: la nostra vita va adeguata ai messaggi di Medjugorje o al Vangelo e al Magistero della Chiesa?

Mettiamo a posto le cose

Cogliamo questa occasione per metterci a posto a riguardo dei fondamenti e dei pilastri della nostra fede. La Madonna non ne ha a male se diciamo che il Signore non è a lei, ma a Pietro, agli Apostoli e ai loro successori che ha detto: “Andate e ammaestrate tutte le genti… insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19). A lei ha dato altri compiti, tra l’altro quello della preghiera tra gli Apostoli nel cenacolo per ottenere il dono dello Spirito Santo in vista del predicare a tutte le genti. Ma negli Atti degli Apostoli non si ha notizia di interventi magisteriali di Maria.

Le apparizioni, anche quando sono riconosciute dalla Chiesa, (e lo devono essere), sono delle manifestazioni private, che non impegnano obbligatoriamente la fede. Alcune settimane fa, parlando di apparizioni scrivevo che le apparizioni sono utili, ma non necessarie, e citavo il mariologo P. De Fiores secondo il quale le apparizioni della Madonna sono da prendere come

un carisma profetico che ci aiuta a ricordare il passato salvifico di Cristo, a vivere nell’impegno cristiano il presente e a preparare un futuro di pace  per la Chiesa e per il mondo.

NB: sono un aiuto, non un fondamento; unico fondamento obbligatorio è il Vangelo di Gesù e, per sua volontà, il magistero della Chiesa.