Quattro gli spettacoli presentati venerdì 26 maggio al Teatro Donizetti: Ivan, andato in scena in prima nazionale al Teatro Sociale nel quadro della stagione Altri Percorsi, «Del Coraggio Silenzioso» di Marco Baliani, «Per te» della compagnia Finzi Pasca e infine «Accabadora»,tratto dal romanzo di successo di Michela Murgia, messo in scena dalla regista Veronica Cruciani. Quattro rappresentazioni che affrontano tematiche diverse: dalla stringente attualità, alla rivisitazione di classici della letteratura, ai racconti di storie minori, alle riflessioni più intimiste.
Da teatro che offre al suo pubblico importanti e seguitissime Stagioni di Prosa e di Altri Percorsi, il Teatro Donizetti scende dunque ora in campo anche con proprie proposte, condivise con compagnie e altri teatri di consolidata fama e garanti di una elevata qualità artistica.
«La strada della produzione è un percorso nuovo per la Prosa del Teatro Donizetti, una scelta chiara di politica teatrale, intrapresa con lo spettacolo di Marco Baliani in Duomo nel 2016 e quest’anno con Ivan al Teatro Sociale», afferma Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo».
«In soli due anni abbiamo messo in cantiere ben quattro spettacoli», dice Maria Grazia Panigada, Direttore Artistico della Stagione di Prosa e di Altri Percorsi, «È un inizio di tutto rispetto che tocca tappe importanti della geografia teatrale italiana. In tutti e quattro i casi abbiamo al nostro fianco compagni di viaggio con cui già si erano intrecciati progetti e percorsi artistici e con i quali ci accomuna il desiderio di dare spazio a un teatro che trasuda di umanità, un teatro che porta in scena la vita e, rappresentandola, ce la restituisce come uno specchio poetico in cui poterci riflettere».
Come ha sottolineato l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti: «Quello di Michela Murgia è un testo molto intenso, che affronta tematiche delicate, come eutanasia e adozione e che entra nel vivo dei rapporti familiari e sociali, invitando il pubblico a una necessaria riflessione. Portare in scena Accabadora conferma il coraggio di una programmazione forte, che non teme di affrontare anche tematiche difficili che ci pongono interrogativi». Come ha spiegato la scrittrice Michela Murgia, in relazione al suo romanzo: «Forse il successo del mio libro sta nel fatto che affronta un tema universale, ovvero quello della maternità, che lega madre e figlia al di là del legame biologico che può esserci o meno». Accabadora (che a Bergamo arriverà, al Teatro Sociale, il 15 e 16 febbraio 2018 nella stagione degli Altri Percorsi) narra infatti la vicenda di Maria, che all’età di 6 anni viene data in adozione a Bonaria Urrai, una sarta che all’occasione fa l’accabadora, ovvero accompagna chi è in fin di vita alla morte. Anni dopo la stessa Maria dovrà prendersi cura di Bonaria per accompagnarla sul letto di morte. Tematiche forti vengono qui rielaborate per essere messe in scena, come del resto accade anche con «Del coraggio silenzioso», che narra 5 testimonianze di taciturno coraggio, o in «Ivan» tratto da «I fratelli Karamazov». Qui la storia viene narrata da punto di vista di uno dei fratelli, Ivan, che ponendosi quesiti esistenziali, sul senso del male nel mondo e del libero arbitrio umano, finisce con l’impazzire. Un’immagine molto poetica ci viene infine trasmessa dallo spettacolo «Per te», nato per ricordare la scomparsa prematura di Julie Amelie Finzi, compagna d’arte del regista Finzi Pasca. Uno spettacolo che ci accompagna nel giardino di Julie, fatto di aria e colori, al cui centro si trova una panchina su cui sedersi e assaporare la bellezza della vita. «Un teatro che porta in scena la vita e, rappresentandola, ce la restituisce come uno specchio poetico in cui poterci riflettere» ha concluso il direttore artistico Maria Grazia Panigada.
Qui un’intervista a Michela Murgia e Veronica Cruciani su «Accabadora»: