Da Wonder Woman a Lady Macbeth: fantasy e letteratura in arrivo sul grande schermo

Tanti i generi cinematografici a disposizione dello spettatore al cinema dai primi di giugno. Oltre al fantasy “Wonder Woman”, alla commedia interculturale “Aspettando il Re” e al thriller “Una doppia verità”, di cui ci siamo occupati in precedenza, approdano a inizio estate in sala film di taglio diverso, soprattutto di matrice europea e statunitense. Iniziamo con la rilettura sul grande schermo di due classici: “Lady Macbeth” di William Oldroyd e “Una vita” di Stéphane Brizé. È in puro stile inglese il film “ Lady Macbeth” tratto dall’opera “La Lady Macbeth del distretto di Mcensk” del russo Nikolaj Leskov. Siamo infatti nell’Inghilterra del 1865 e Katherine (Florence Pugh) è una giovane donna che finisce in sposa a un uomo benestante più grande di lei. In un contesto sociale rigido e avaro di emozioni, Katherine si spingerà alla ricerca di sentimenti, esponendosi a situazioni pericolose pronte a degenerare. Un film dalla convincente messa in scena, ma dagli esiti narrativi incerti.
È tratto dal romanzo omonimo di Guy de Maupassant il film “Una vita” (“Une vie”) di Stéphane Brizé, in Concorso alla 73ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Inizio dell’800, in Normandia, la giovane Jeanne (Judith Chemla) è chiamata a fronteggiare un matrimonio segnato da mancanza d’amore e disseminato di meschinità. È un percorso sofferto che la porterà dai sogni giovanili alle atmosfere livide della vita adulta. Il regista è l’autore del film di denuncia sociale “La legge del mercato” (2014), che qui rinuncia a cogliere le dinamiche quotidiane a favore di un viaggio nella psicologia di una donna in cerca di un posto nel mondo.
Dalla rilettura di classici alla contemporaneità in chiave colorata con “Tavolo N.19” (“Table 19”) del regista di formazione televisiva Jeffrey Blitz, con protagonista Anna Kendrick, già apprezzata in “Tra le nuvole” (2009) e “Pitch Perfect” (2012). L’espediente narrativo è ben collaudato a Hollywood: quali conseguenze può portare il partecipare a un matrimonio da single? Una commedia brillante, tra battute più o meno riuscite. Vira dalla commedia al mélo il film “Quando un padre” (“The Headhunter’s Calling”) di Mark Williams e con Gerard Butler, nei panni di un cinico manager costretto a rivedere il suo stile di vita quando il proprio figlio si ammala. Nel segno della riscoperta della famiglia e di un esistenza più equilibrata.
Un allarme invece contro gli eccessi dei digital media arriva dal film di taglio giovanile “Nerve” di Henry Joost e Ariel Schulman, tratto dal romanzo di Jeanne Ryan. Buone le intenzioni, ma la narrazione non sempre procede in maniera convincente.

(*) Commissione nazionale valutazione film della CeiMassimo Giraldi, Sergio Perugini (*)