Una vita ordinaria, una santità quotidiana, popolare e nascosta: ecco perché il messaggio di Pierina Morosini è ancora attuale

«La Beata Pierina Morosini è morta per difendere la sua dignità di donna. È stata una figlia della terra bergamasca che, nella vita ordinaria, ha vissuto una santità straordinaria, nascosta e popolare. Sta qui l’attualità profonda del suo messaggio». Monsignor Arturo Bellini, attualmente vicario interparrocchiale di Nembro e di Gavarno Sant’Antonio, parla della Beata Pierina Morosini. Quando era segretario dell’Opera Barbarigo (1976-87), ha seguito l’intero iter della causa di beatificazione, oltre ad aver collaborato al volume «La ragazza incredibile», che ripercorre l’epoca e la figura della Beata. «Fu il vescovo Giulio Oggioni — racconta monsignor Bellini — a credere fortemente nella santità di Pierina Morosini. La presentò come giovane, laica e martire, mettendone in luce la santità popolare e straordinaria nella sua semplicità. Vide nel martirio della Beata il frutto della sua fede e della sua vita santa». La beatificazione (4 ottobre 1987) fu un evento che suscitò grande gioia nel clero e nei fedeli. «Il vescovo Oggioni in quei giorni era in ospedale — ricorda monsignor Bellini — e vide l’evento della beatificazione sia come una carezza di Dio alla nostra diocesi, sia una ulteriore conferma di un sentimento cresciuto in lui durante la visita pastorale alla diocesi, cioè che i santi non svettano soltanto su chiese e campanili, ma si innalzano come testimoni e modelli tra la nostra gente».

Ieri come oggi non manca chi non considera poi così tanto speciale la Beata. «È vero — ammette monsignor Bellini —. Fu un sentire diffuso già dopo la morte e durante la causa di beatificazione. Con il cambio poi di sensibilità verso la morale tradizionale e la sessualità si aggiunsero, a partire dagli anni Settanta, altri elementi di resistenza e difficoltà nel proporre Pierina come modello per le nuove generazioni. Invece l’evento della beatificazione e la successiva peregrinazione dell’urna in diocesi furono un momento di presa di coscienza del carattere universale della santità». Della Beata si sottolinea soprattutto la santità popolare. «Questo termine non significa santità facile o minima, ma mette l’accento su una santità possibile a tutti, cioè una santità non elitaria, lontana o eccezionale. Come tanti, Pierina viveva la sua vita tra casa, chiesa, fabbrica e parrocchia, ma con motivazioni più cristianamente centrate, con intensità d’amore particolare». Si può ancora proporre come attuale il messaggio di Pierina Morosini? «Il fascino di Pierina — conclude monsignor Bellini — sta nella sua “inattualità”, perché la sua figura non si lascia ingabbiare dalle mode. Il Vangelo, invece, non passa. Nella misura in cui vive la sua fede, il cristiano diviene “insolito” per i credenti e i non credenti. Pierina ci invita a rimettere al centro la questione di una fede grande in un’epoca piena di tante piccole fedi, per esempio soltanto nel successo, carriera, oroscopo, facili illusioni. Chiediamoci: se subentra l’oblio sulla figura di Pierina, significa silenzio sulla Beata, oppure silenzio sul Vangelo?».