“Diversamente amore”: l’atleta paralimpica Bebe Vio racconta le storie di coppie coraggiose, oltre la disabilità

Ci sono le coppie “risolte” la cui convivenza non è in alcun modo condizionata dalla disabilità di lui o di lei, quelle “in progress” ancora in fase di progressivo adattamento e quelle dei “beginners” che hanno appena intrapreso il cammino di un’esperienza del tutto nuova in cui lo slancio tipico dell’innamoramento è una spinta fondamentale per superare le difficoltà pratiche e psicologiche. E ci sono le loro storie, raccontate in “Diversamente amore” (Rai2, giovedì ore 21.15), il nuovo programma di prima serata affidato alla conduzione di Bebe Vio, campionessa paralimpica della scherma.
Attraverso la sua guida, lo spettatore conosce le vicende di Sarah e Luca, Martina e Lorenzo, Chiara ed Emiliano, Lorenza e Marco, Caterina e Domenico, donne e uomini che vivono la loro relazione di coppia raccontando relazioni in cui trova posto anche la disabilità. Lanciando il programma, l’Ufficio stampa della Rai spiega che si tratta di “vite fatte di coraggio, di testardaggine e di ironia, che sorprendono e fanno capire una cosa semplice: che l’amore è amore e basta, anche se a volte è diversamente amore”.
I percorsi sentimentali sono diversi e articolati. Sarah e Luca si sono conosciuti tramite il web mentre si trovavano l’una in Ohio e l’altro in Afghanistan in missione di pace come alpino, rimasto poi tetraplegico a seguito di uno scontro a fuoco. Martina vive con Lorenzo, completamente sordo dall’età di due anni. Chiara è appassionata di motociclismo come Emiliano, che a causa di un incidente ha perso una gamba. Lorenza, ex modella, è una mamma in carrozzina e il marito Marco cerca di aiutarla in tutti i modi, anche se lei tende a far tutto da sola. Caterina è affetta da alcune malattie rare e da un tumore, ma Domenico ha deciso di trasferirsi da Torino a Padova per stare con lei.
L’argomento desta inevitabilmente attenzione e interesse verso il rapporto di coppia fra persone normodotate e persone con disabilità, in sé positivi a patto che non diventino il pretesto per frugare senza ritegno nell’intimità altrui o per alimentare quel voyeurismo che troppo spesso funge da leva dell’audience nella televisione dei giorni nostri. Prendere coscienza della possibilità di superare le barriere attraverso la forza del sentimento più puro è una sfida interessante anche per chi non si trova in quelle condizioni. Tutto sta nello stile del racconto e nella capacità della conduttrice di entrare con telecamere e microfoni nelle vite altrui in punta di piedi.
La simpatica e frizzante Bebe Vio – ancora non perfettamente a suo agio di fronte alle telecamere – ce la mette tutta e risulta efficace incarnando lei stessa l’esempio vincente di superamento del superamento di una condizione potenzialmente svantaggiosa. In fondo questo programma è una sorta di test anche per lei, chiamata a condurre anche “La vita è una figata!”, titolo – al limite dell’accettabilità verbale – di un programma in onda su Rai 1 da ottobre, in cui la campionessa raccoglierà le confidenze di volti noti del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, svelando anche tanti aspetti della sua personale vita quotidiana.