Sentieri Creativi: giovani artisti alla prova sulle montagne bergamasche

Al via la settima edizione di “Sentieri Creativi”, l’iniziativa promossa dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, l’Accademia Carrara di Belle Arti G. Carrara, il Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi” e con il patrocinio del Comune di Valbondione e del Parco delle Orobie Bergamasche. I ragazzi che hanno partecipato a questa edizione 2017 del concorso si sono impegnati a progettare un’opera d’arte permanente nei pressi del lago del Barbellino, situato sopra Valbondione, in alta Val Seriana. 7 i giovani artisti che mostreranno i progetti ideati, i quali saranno esposti nella mostra di inaugurazione giovedì 27 luglio alle ore 18.00 presso lo Spazio Polaresco. Partendo da una roccia, i ragazzi hanno dovuto pensare a un’opera d’arte originale, approcciandosi ognuno a suo modo e ingegnandosi con le proprie abilità durante la residenza artistica che si è tenuta nella prima settimana di luglio. Ne sono emerse 7 opere davvero originali. Luca Maestroni, uno degli artisti partecipanti, ha pensato a un intervento per evitare il collasso della roccia, sostenendola con un sottile puntello in alluminio. Nella sua visione artistica, infatti, il masso viene interpretato come un corpo ferito il cui scopo è quello di evitare che le due parti che lo compongono si separino tra loro. “Lo spazio intermedio” è il titolo dato alla propria opera da Chiara Cotti, che interpreta il suo progetto come il tentativo vano dell’uomo di contrastare ciò che invece appare come un processo del tutto naturale, come il disintegrarsi del masso col passare del tempo. Un inno alla natura e agli esseri viventi è invece il progetto di Simone Mainetti che reinterpreta la sua opera come la reintroduzione dello stambecco nelle Alpi Orobie bergamasche a salvaguardia del nostro patrimonio naturale. “Discendere” il titolo dell’opera di Carlo Catellani, in una concezione filosofica in cui il paesaggio montano può essere inteso come paesaggio interiore che può tendere verso il divino o verso gli inferi e l’abisso. Anna Pezzoli ci chiede invece di fermarsi ad osservare la roccia posizionata sul terreno il cui percorso, a differenza delle vette scalate dall’uomo, si conclude in discesa. Una sedia è invece l’emblema dell’opera di Valentina Goretti, perché prima di raggiungere una meta c’è sempre una decisione: raggiungere il proprio traguardo o fermarsi senza provare nell’impresa. Ultimo progetto artistico quello di Alberto Rocchetti, che utilizza invece giochi di luce con materiale riflettente per confondere la visione dello spettatore e aprire un varco nella roccia che fa intravedere il cielo.