L’identikit del disoccupato secondo lo Sportello lavoro della Cisl. «Un nuovo curriculum è il primo passo per rimettersi in gioco»

La crisi e la “fame di lavoro” continuano a mordere anche nei nostri territori: oltre 500 gli utenti che si sono rivolti in un anno alla Cisl di Bergamo nell’ambito dello Sportello Orientamento Lavoro. Da qualche anno si sta riscontrando un disagio sempre maggiore in diverse fasce della popolazione, con il divario tra italiani e stranieri che va sempre più assottigliandosi: disoccupati, esodati, cassintegrati e inoccupati che vanno a costituire un esercito di persone che sviluppa patologie ansiose e depressive, che si manifestano con calo dell’autostima, difficoltà a percepire competenze personali, perdita del ruolo lavorativo e sociale. La situazione è resa particolarmente grave dalla difficoltà a reintegrarsi nel mondo del lavoro, soprattutto per gli over 46 e per le donne, oltre alla grande difficoltà di ottenere un primo lavoro per i più giovani. Anche nel sindacato è quindi nata l’esigenza di rispondere in modo mirato e specifico a questa emergenza attraverso azioni specifiche di reinserimento nel mondo del lavoro. Sportello Orientamento Lavoro della Cisl e “Un porto per noi” hanno così deciso di collaborare in “SOS lavoratori” per fornire concreto supporto sul fronte della ricerca del lavoro. Oltre 500 utenti si sono rivolti per essere aiutati a redigere il proprio curriculum: italiani e stranieri, uomini e donne, licenziati e in cerca di prima occupazione. Uno dei dati più interessanti forniti dal sindacato orobico riguarda il fatto che le percentuali di uomini italiani e stranieri che sono stati incontrati a colloquio e a cui è stato redatto il curriculum praticamente si equivalgono: se nella seconda metà del 2016, su un totale di 148 utenti uomini, gli stranieri sono stati 89 (58 per cento) e gli italiani 65 (42 per cento), nei primi sei mesi del 2017 le percentuali si sono ribaltate (91 utenti uomini italiani, pari al 61 per cento, contro 57 stranieri, pari al 39 per cento). Uno spaccato del mondo del lavoro e della nostra società che evidenzia la difficoltà crescente per l’universo maschile, al di là della nazionalità, di trovare una nuova occupazione dopo aver perso il proprio posto di lavoro: un fenomeno che riguarda in particolare la fascia critica di età tra i 40 e i 60 anni, ma che non risparmia anche i più giovani. Per quanto riguarda l’universo femminile, lo sportello lavoro ha cercato di agevolare l’incontro tra famiglie e collaboratrici domestiche o badanti. Da gennaio a giugno, più di 150 lavoratrici familiari hanno avuto dunque la possibilità di colloqui e collaborazioni, mentre una ventina di contratti stabili sono stati conclusi grazie alle informazioni reperite allo sportello Lavoro, tra la sede di Bergamo e quelle periferiche di Grumello, Treviglio e, ultima nata, Lovere. “La nostra scelta con l’avviamento dello Sportello – ha detto Giacomo Meloni, segretario CISL Bergamo – è quella di non lasciare solo nessuno, aiutare e orientare nella ricerca del lavoro. È un investimento importante che la Cisl fa nei confronti delle persone che sono in cerca del lavoro o che lo hanno perso”. Nonostante Bergamo possa vantare una disoccupazione più bassa di quella tedesca (5.3 contro il 5.9), il nostro territorio non è esente da zone d’ombra, che riguardano in particolare i giovani (a cui è dedicato un altro tassello del nostro dossier sul tema del lavoro, che indagherà il fenomeno dei Neet), l’occupazione femminile, e la qualità del lavoro, con dati che segnalano l’aumento del tempo determinato, del lavoro “incerto o precario” e del lavoro nero e irregolare”. “Bergamo è al primo posto tra i territori che meglio hanno reagito alla crisi- ha aggiunto lo stesso Meloni- non dobbiamo però accontentarci, ma agganciare lo sviluppo, con la consapevolezza che molti territori decentrati necessitano di attenzione. I posti di lavoro non si creano con le leggi né con la buona volontà. Serve invece lo sviluppo, e da questo punto di vista con un’azione sinergica si può fare più di quanto si stia facendo ora”.