La presenza cristiana non è cancellata. Deve cambiare

Una veduta di Roma. La città moderna è estranea alla Chiesa o viceversa?

Sono stata in Portogallo. Esattamente a Cascais avevamo bisogno di una chiesa per celebrare. Siamo entrati in un esercizio pubblico e non ci hanno saputo indicare dove eventualmente trovare la chiesa. Forse siamo soltanto capitati male. Ma il piccolo evento mi ha fatto riflettere sulla sparizione della presenza cristiana. Il Portogallo è al 90 per cento cristiano. Eppure… Gilda

Cara Gilda, l’evento che hai vissuto, ci fa riflettere. Puoi aver intercettato persone indifferenti o lontane, ma non possiamo nascondere che la situazione della fede sia mutata anche nei paesi di antica tradizione cristiana. L’orizzonte culturale è cambiato ovunque e l’esperienza credente da maggioritaria è divenuta minoritaria. Numericamente possono essere ancora molti i battezzati, ma hanno perso la loro significatività: non sono più sale della terra e luce del mondo! Si assiste a uno scollamento tra la fede dichiarata e il vissuto credente, a una religiosità intimista relegata spesso nel privato, con tratti devozionali poco significativi nel nostro contesto attuale.

I cristiani piccolo “resto”

Fa riflettere che in un paese non si sappia indicare una chiesa, e questo può essere segno di una grande indifferenza, ma anche di una poca visibilità dei credenti, delle comunità cristiane che, forse,  hanno perso la loro forza testimoniale. Come singoli e come comunità dobbiamo riappropriarci della bellezza e fecondità di una esperienza cristiana che abbiamo ricevuto in dono e che dà senso al nostro vivere.

La diminuzione numerica dei credenti può favorire la qualità della fede vissuta, renderla più convinta e incisiva. Penso a contesti culturali e sociali nei quali i cristiani sono perseguitati e ostacolati nella professione della loro fede e spinti sino a dare la vita per rimanerne fedeli. L’essere pochi, richiama la categoria biblica del “piccolo resto”, così presente anche nella Chiesa nei passaggi epocali, quando si passa da una fede condivisa, ma annacquata a una più limitata a piccoli numeri, ma più evangelica e significativa.

Cristiani “in uscita”

Questo deve far maturare nei credenti la responsabilità della propria vocazione missionaria, a uscire dalle proprie comodità e sicurezze per raggiungere i luoghi dove gli uomini e le donne vivono, soffrono, amano, per annunciare la luce del Vangelo. I cristiani devono diventare fratelli che si fanno compagni di viaggio di altri fratelli e sorelle, testimoniando la gioia del Vangelo, l’amore salvifico del Signore.

Papa Francesco invita continuamente la chiesa ad “uscire in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni, e senza paure. La comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo”.

Non possiamo chiuderci nel passato per contemplare nostalgicamente un tessuto sociale credente che non esiste più, ma dobbiamo acquisire la follia dei santi, l’audacia dei profeti che camminano nel tempo e nella storia abbracciandola e cambiandola dall’interno. Dobbiamo avere la certezza di essere solo dei collaboratori di Colui che l’ha già salvata e redenta con la sua Pasqua.

Dio non è fuggito

Dio non è fuggito dalle nostre città urbane e caotiche, da quelle indifferenti ed escludenti, le abita ancora; ama ancora la terra che Lui ha attraversato, ma ha bisogno di noi per rendersi presente.

A noi credenti è chiesto di non perdere la speranza e di imparare a guardare il mondo, anche quello più ferito, con uno sguardo più ottimista, che vede con gli stessi occhi del Padre. Non è uno sguardo autoreferenziale, ma trascendente!

Allora cara Gilda vai e invita tutti a uscire, ad andare incontro agli altri con un  atteggiamento di prossimità, e una testimonianza radicale e paziente. Semina il Vangelo, non stancarti di seminare: lui cresce con la zizzannia, ma questo non deve farti temere. Tu semina, con la stessa pazienza e lungimiranza del Padre, che sempre semina con eccedenza.