Un prete parte per un’altra parrocchia. Grazie, amico, buon cammino

Foto: don Alberto Varinelli (a sinistra), accanto a don Angelo Domenighini, parroco di Grumello (al centro) e a don Luca Salvi, nominato parroco di Poscante e Stabello

Vuote. Altre due stanze della enorme e splendida casa parrocchiale di Grumello, vuote. Don Luca è partito da mezz’ora, don Franco partirà tra pochi minuti. Li abbiamo salutati domenica, in una Messa semplice ma densa di preghiera ed emozione.

Testimone discreto, silenzioso

Oggi la mia riflessione va al caro don Luca. Don Angelo, il parroco, nel salutarlo, l’ha definito ieri “una meteora”, domandandosi come potesse, in soli tre anni, aver conquistato l’affetto e la stima di tanta gente, lasciando un segno indelebile nella comunità. Nel rispondere, il parroco ha utilizzato tre termini che ben definiscono l’essenza di don Luca: semplicità, umiltà, discrezione.

Non mi interessa di mitizzare alcuno, ma dico sinceramente che stamattina, abbracciandolo e dicendogli semplicemente “ciao Luca, grazie di tutto, ci sentiamo”, prima di andare a celebrare la Messa, ho sentito un senso di lacerazione. Del resto, abbiamo camminato insieme, abbiamo condiviso il dono della vita comune, abbiamo faticato nel lavoro pastorale, dedicando tempo al confronto e alla pianificazione delle attività, dopo aver seriamente riflettuto sul senso delle stesse.

Abbiamo mangiato, cantato, riso insieme

Quasi ogni giorno ci siamo seduti allo stesso tavolo, con don Angelo e don Mario, per mangiare insieme, chiacchierare, ridere e scherzare, soprattutto quando i due parroci iniziavano a cantare insieme, col sottoscritto che fingeva di chiamare la neuropsichiatria per farli visitare. E dopo il momento insieme, ciascuno al suo lavoro.

Don Luca in questi anni si è dedicato molto all’aiuto nella celebrazione delle messe e dei sacramenti nelle nostre parrocchie e in vicariato, e, soprattutto, si è dedicato all’aiuto in oratorio. Per me era una sicurezza: potevo essere a una riunione, dilungarmi in un colloquio, a un collegio docenti a scuola, avere qualsiasi ritardo, e lui era in oratorio, pronto ad aiutare in segreteria, a dire la preghiera di inizio catechesi, a dire una parola buona a chi entrava dal “cancellone”.

Una stanza vuota. Ma piena di luce

Si, quella stanza vuota mi pesa, a tratti mi fa male, come certamente a lui. Ma non vedo buio nella stanza vuota di don Luca, vedo luce. Vedo la luce della fede, l’obbedienza a un ministero che ci vuole oggi qui e domani altrove, a dire Colui che solo è “ieri, oggi, sempre” della vita dell’umanità e che è necessario sia al centro della vita delle comunità cristiane.

Certo, si fa fatica, si sperimenta la verità profonda di quel “partire è un po’morire” che in altri momenti potrebbe farci quasi sorridere. Ma è il prezzo da pagare per portare il Vangelo e non se stessi. Mi fermo qui.

Solo una raccomandazione alle comunità di Poscante e Stabello: da voi viene un piccolo grande uomo. Ne siate degni, e camminate con lui.