Dopo di noi: la Lombardia stanzia 30,8 milioni per comunità, centri di accoglienza e interventi di sostegno

Ammontano a 30,8 milioni di euro le risorse complessive destinate da Regione Lombardia nel triennio 2016/2018 per dare attuazione alla cosiddetta legge sul “Dopo di noi” (Legge 112/2016) approvata lo scorso anno dal Parlamento. Si tratta di risorse che verranno destinate alla creazione di comunità d’alloggio, centri di accoglienza insieme con una pluralità di interventi volti a sostenere percorsi di emancipazione delle persone con disabilità dai rispettivi genitori. È quanto emerso questa mattina dal convegno “La legge 112/2016 in Lombardia: risposte e percorsi possibili”, promosso da Caritas Ambrosiana, Confcooperative, Ledha Milano per fare il punto sulla legge “Dopo di noi”. In particolare, ha spiegato Virginio Marchesi dell’assessorato per l’inclusione sociale di Regione Lombardia, il Pirellone ha destinato per il 2017 quasi 7 milioni di euro per attuare la legge, per un totale complessivo del 16,7 per cento delle risorse nazionali. La Lombardia, inoltre, ha differenziato due filoni di destinazione delle risorse, attribuendovi anche un peso indicativo: il 43% dell’assegnazione del fondo a sostegno di interventi infrastrutturali e il 57% destinato ai supporti gestionali. “Questa legge si innesta all’interno di un sistema è non può essere vista come qualcosa di unico – ha spiegato Marchesi – ma dovrà interagire con un sistema di leggi e con un sistema di servizi molto complicato”.
“Bisogna approfittare al meglio delle opportunità messe a disposizione dalla legge 112/2016, facendo rete sul territorio lombardo tra famiglie, enti locali, cooperazione sociale e associazionismo. Serve un approccio più progettuale, dedicato alle persone. Ma è un impegno che deve prendere un vasto insieme di soggetti, a cominciare dalle parrocchie, che spesso rappresentano il maggior punto di riferimento per le persone disabili e le loro famiglie”. Lo ha detto questa mattina il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, intervenendo a Milano nel corso del convegno “La legge 112/2016 in Lombardia: risposte e percorsi possibili”, promosso da Caritas Ambrosiana, Confcooperative, Ledha Milano per fare il punto sulla legge “Dopo di noi”, che introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono. L’incontro è stato l’occasione di confronto da parte di funzionari delle istituzioni, operatori sociali e familiari che si sono riuniti nella sede del Banco Bpm di Milano per promuovere una corretta applicazione della norma e rivolgere alle istituzioni l’invito a partecipare attivamente a questa nuova fase. Un’approvazione importante, quella della legge 112/2016, avvenuta nell’anno del primo decennale della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, siglata a New York nel dicembre del 2016.
“Le criticità di questa legge hanno una base importante che riguarda il progetto di vita delle persone disabili”, ha ribadito il presidente di Ledha Milano, Marco Rasconi. “Per fortuna c’è stato un miglioramento delle condizioni di vita delle persone disabili, ma bisogna insistere affinché sia garantita loro l’opportunità di vivere la vita nella maniera più serena possibile”.
“Questa legge porta avanti un percorso di risposta all’autonomia e al miglioramento della vita delle persone disabili e delle loro famiglie, superando per la prima volta il concetto di servizio fruitore e ponendo alcuni temi come la compartecipazione. La Regione Lombardia, su 29mila persone con disabilità che ha censito in questi mesi, di cui 3.550 individuate come priorità, potrà finanziare con la sua quota del fondo nazionale oltre 600 progetti”. Lo ha annunciato stamane Virginio Marchesi, dell’assessorato per l’inclusione scoiale di Regione Lombardia, durante il convegno tenutosi a Milano dal titolo “La legge 112/2016 in Lombardia: risposte e percorsi possibili”, nel quale si è parlato del “Dopo di noi”, la norma approvata dal Parlamento un anno fa che introduce il sostegno e l’assistenza alle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono. “È arrivato il momento di spostare l’attenzione dalle prestazioni alle abilità acquisite dalla persona”, ha aggiunto Marchesi, sottolineando l’esigenza di passare da una progettazione per obiettivi a una progettazione per le diverse fasi di vita, dal momento che alle singole azioni si sostituisce la prospettiva sul futuro.
Nel corso dell’incontro di stamane è intervenuto anche il presidente di Confcooperative Milano, Lodi e Monza Brianza, Alberto Cazzulani: “Il tema della disabilità era un po’ sparito dall’ordine del giorno della politica – ha ammonito Cazzulani – ma non era mai sparito dalla vita delle famiglie e delle cooperative. Questa legge è senza dubbio un passo in avanti, ma ultimamente ci si sta concentrando più sulle criticità che sulle opportunità che essa prevede”.Gianni Borsa