Eusebia, testimone di semplicità

Eusebia Ravelli (1947-2016)

Ci sono persone, nelle nostre comunità, che sono grandi per la loro capacità di farsi piccole. In tutte le parrocchie ci sono uomini e donne così. E sono un dono inestimabile. Sono quelle persone che non cercano visibilità, ma quanto fanno è di una preziosità indescrivibile a parole. Questo perché, innanzitutto, queste figure fanno agli altri il dono di esserci.

“Pronto, casa parrocchiale”

Nella semplicità di una porta che si apre e di un sorriso che accoglie, nel calore di una risposta al telefono che dice: “pronto, casa parrocchiale”, nella bontà che traspare da un “come va?”, nel gusto fine di un risotto alle fragole preparato con amore oltre che con gli ingredienti, sta la vicinanza di Dio ai suoi figli.

Io ho avuto la grazia di conoscere una persona così. Eusebia Ravelli, fedele collaboratrice della casa parrocchiale di Grumello negli anni in cui è stato parroco don Alberto Carrara e poi collaboratrice di quest’ultimo nei suoi diversi impegni a servizio della diocesi e della parrocchia di Santa Lucia in città.

Una figura gracile Eusebia, spesso segnata da fatica fisica, ma instancabile nel servizio e rocciosa nella fede. Sono stato con lei, insieme ai sacerdoti, tutti i fine settimana da seminarista a Grumello e nel primo anno da prete a Telgate, in quanto comunque residente a Grumello.

Dedizione, servizio

Un tratto di lei porto nel cuore: l’amore per i sacerdoti e la loro fraternità. In un tempo nel quale il nostro Vescovo Francesco sta insistendo molto per trasmettere la centralità di una vita sacerdotale che profumi di fraternità evangelica, la figura di Eusebia, costantemente a servizio della vita comune tra sacerdoti, splende come segno di dedizione e umile servizio. Quanto saranno fondamentali, nelle fraternità presbiterali, figure così: uomini e donne discreti che condividono il pane con i sacerdoti e mettono la loro sensibilità laicale a disposizione dei ministri ordinati. La corresponsabilità tra clero e laici, perla preziosa del Concilio, in fondo è questo: sedersi a uno stesso tavolo, condividere il pane e la Parola e cercare insieme il bene per la comunità.

Alla porta del Paradiso: “Siediti e riposati un po’”

Eusebia da un anno è con il suo Signore, che ha cercato e amato tanto. Azzardo un’immagine che porto con me dal giorno in cui l’abbiamo salutata nella nostra bella chiesa di Grumello: secondo me, Eusebia è là, all’ingresso dal Paradiso, ad accogliere chi arriva, magari dopo molte sofferenze, con il suo stile di sempre: “come va? Sei stanco? Siediti, e riposati un po’”.