Halloween, la cultura dei nativi digitali e la domanda “scomoda” del filosofo

Halloween fuori dagli oratori: il coro è unanime, allineato e ragionevole. E’ una festa anticristiana, un’americanata, ma dagli Usa, come sottolinea il filosofo Salvatore Natoli, ci sono arrivate cose migliori, come il rock e il jazz. E’ una trovata commerciale, e infatti anche a Bergamo non c’è vetrina, in questi giorni, che non proponga prodotti a tema.

Tutto giusto, ma perché non possiamo semplicemente chiudere la porta e girarci dall’altra parte, se i curati dicono che “ai ragazzi piace, ormai lo festeggiano di più del Carnevale”? Forse – in fondo – vale la pena di non allontanarsi troppo quando i nostri ragazzi indosseranno i loro costumi da vampiro fatti in casa e se ne andranno a bussare alle porte cantilenando il rituale “Dolcetto o scherzetto?”.

Qualche giorno fa, al convegno diocesano dell’ambito della Cultura, beni culturali e comunicazione al Centro Congressi “Le comunità e la cultura contemporanea”, l’intervento di un ventenne della Valle Brembana ha smosso un po’ le acque: “Ci avete dipinto il patrimonio culturale della nostra diocesi come un idillio in cui non c’è niente di contemporaneo. Lo sapete almeno cosa leggono oggi i ragazzi? I romanzi che parlano di vampiri, zombie e fantasmi. Ci piacciono i fantasy”.

Il vescovo Francesco ha risposto lanciando l’immagine suggestiva ed evocativa del seme: non si può custodirlo in uno scrigno d’oro per l’eternità, bisogna metterlo nella terra perché possa germogliare e dare frutto, perché possa entrare nella vita.

Si avvicinano la Festa dei Santi e dei Morti, ma si sente parlare solo di Halloween e noi ci siamo chiesti se in fondo, negli ultimi anni, non abbiamo rinunciato un po’ troppo a una seria, critica, documentata mediazione che abbracci anche la cultura pop, quella che istintivamente scelgono i ragazzi. Ci siamo chiesti se è sufficiente voltarsi dall’altra parte di fronte alle americanate che però invadono i negozi, i ristoranti, i locali notturni e le feste dei comitati dei genitori delle scuole.
Noi li vediamo, sempre più numerosi, i bambini che se ne vanno in giro in costume, la sera del 31, con i cestini per le caramelle. Per loro Halloween non è solo una festa bizzarra che arriva dall’America, ma si è trasformata già in una tradizione che vivono da quando sono nati, priva forse di radici profonde, ma sorretta da un intenso martellamento mediatico.
In passato – lo conferma, ancora, il filosofo Natoli – è accaduto che la Chiesa abbia fatto propri e reinventato riti e feste pagane, come è accaduto appunto al Carnevale. Ma chissà se oggi è opportuno farlo. Non crediamo di avere la risposta, solo la possibilità di creare un dibattito, perché confrontarsi “in modo intelligente” non è mai vano, come dice il curato di Azzano San Paolo in una delle interviste del nostro dossier.
Ma la provocazione forse più fertile, più succosa, resta quella – ancora – del filosofo Natoli, da laico: “I cristiani credono ancora alla Resurrezione?”. E poi: “Sanno dirlo in modo incisivo e credibile?”. Forse abbiamo anche noi alcuni “mostri” da esorcizzare, nuove strade da trovare, e possiamo approfittare dei giorni di festa per pensarci su.