Il volto femminile della fede

Ho partecipato al funerale di un anziano ex direttore di banca, severissimo in casa e al lavoro. Si è scoperto che aveva nascosto una statuina della Madonna nel suo giardino. Che cosa pensi di questo lato femminile della fede, anche negli uomini più severi? Gigi

Caro Gigi, la vita, a volte, può “riservare” a qualcuno, l’impegno di mantenere integerrima la propria immagine. Quando la custodia del ruolo sociale è alta e quanto la persona investe e attribuisce ad esso la propria realizzazione, tanto più deve mantenerlo e difenderlo con ogni mezzo.

La delicatezza dell’uomo severo

Senza la presunzione di formulare giudizi superficiali e approssimativi, questo atteggiamento può riguardare anche la persona di cui parli. A volte la rigidità nasconde un eccessivo senso di responsabilità verso i propri doveri, celando la sfera interiore dei sentimenti, dei valori, o delle sensibilità spirituali. Infatti, chi mai avrebbe immaginato di cogliere in lui una dimensione così femminile, un aspetto devozionale nel senso più bello del termine? Anche la persona più rigida nasconde un tratto di delicatezza, di spiritualità che non ha mai comunicato, non ha mai espresso in atteggiamenti di tenerezza, accoglienza, misericordia e che, ben trovano forma nella vita della vergine Maria.

Maria, il femminile della fede

Maria è l’immagine della Chiesa, del femminile della fede, di tutte quelle dimensioni materne che a lei attribuiamo, per le quali a lei ci rivolgiamo nei momenti in cui la vita riserva fatica, sofferenza, lutto. Come non pensare alla fatica di un uomo con carichi di responsabilità impegnativi in un ambiente così delicato e competitivo? Forse tale riferimento femminile, integrava e rispondeva alla sua parte di fragilità e vulnerabilità, di paura, faticosamente riconosciute e accolte, emozioni che abitano la vita di ogni persona.

Maria non è forse il volto di una madre che si prende cura dell’esistenza dei figli, una figura affidabile e sicura che la fede cristiana ci dona quale modello a cui riferirsi? Questo non per sfuggire il lato dolente dell’esistenza o per cercare rifugio in uno spiritualismo disincarnato, ma per entrare nel dinamismo della fede e della Pasqua, che anche Maria ha attraversato. Ella stava ritta ai piedi della croce, assumendo tutto il realismo e il dramma della vita di quel Figlio amatissimo che non era più suo e gli veniva completamente tolto.

La statua della Madonna nascosta nel giardino, metafora della vita che nasce

Maria insegna a rimanere nell’obbedienza alla vita, assumendola non passivamente, ma con tutta la forza dell’amore di una donna che ha accolto la missione datagli dal Figlio: essere madre di tutti gli uomini. E in questo abbraccio materno, dentro una cura fatta di preghiera e affidamento, si è posto anche questo tuo conoscente, consegnando quei tratti di fragilità sconosciuti ai più e che solo una madre conosce e può portare nel suo cuore. La statua della madonnina è stata trovata nascosta nel giardino, luogo evocativo di una vita che nasce e fiorisce: mi piace pensarlo come metafora del cuore di quest’uomo un po’ “strano” che ha deposto nella terra il suo desiderio più autentico, perché dalla terra potesse rinascere. Questo ci restituisce il mistero che ciascuno di noi è a se stesso e ancor più agli altri. Mistero che solo poi ci sarà svelato e che solo il segreto cuore di una Madre ha serbato e custodito con amore, per donarlo come dono al Signore della vita e della storia, lasciando solo a Lui il “giudizio” sulla vita di ogni suo figlio.